Come al solito l'inizio dell'anno è il momento dei propositi, dei bilanci e delle buone intenzioni. Io per il mio 2020 ho una sola certezza: sarà un anno senza compromessi.
Da agosto, finalmente, ho un lavoro con orari umani, il tempo per allenarmi e un ciclo del sonno decente, cose che mi sembravano chimere fino a qualche mese fa. Quindi bando alle ciance, quest'anno farò sul serio e mi dedicherò alle gare che da sempre stimolano di più la mia indole di gatto randagio: sarà un 2020 dedicato alle ultradistanze.
Negli ultimi sei mesi mi sono messo alla prova, con tanti allenamenti specifici e soprattutto con le sfide di Assault To Freedom: non tanto per capire se posso essere vincente in questo tipo di competizioni, ma per scoprire se passare così tante ore in bici poteva piacermi sul serio.
Il responso è stato positivo: fino a 36 ore va tutto bene, e mi diverto un casino. Oltre ancora non sono andato, perché i tempi di recupero, quando si affrontano questo tipo di sforzi, sono necessariamente lunghi. Servono gradualità e piedi di piombo, altrimenti ci si scotta.
Con queste premesse, l'obiettivo principale del 2020 non possono che essere le ultrafondo, e nello specifico l'Ultrafondo Italia Cup, con le sue tre prove: si comincia a Forlì con la Romagna Ultra Race, da 310 km e 7000 m di dislivello, si continua a Sarmede con la D+ Ultracycling Dolomitica, nella versione "media" da 380 km e 10000 m di dislivello, si chiude a Lucca con la UltrApuane Experience, che è anche la gara più "distesa" del trio: 350 km e 7000 m di ascesa.
Sempre in tema ultra, se (e sottolineo se) le cose dovessero mettersi bene, ad agosto farò la 24h del Montello, che quest'anno sarà davvero un grande evento: non solo prova unica del Campionato Italiano Ultracycling ACSI e seconda prova dell'Italian Time Trial Cup, ma anche prova unica del Campionato Europeo Crono 24h. Un'occasione immancabile, insomma, per farmi bastonare dai più forti ultraciclisti del continente.
E robe normali, Mario, quest'anno non ne fai? La risposta è sì: non rinuncio sicuramente al GT Mediofondo, che l'anno scorso è stato divertentissimo e permette di scaricare a dovere tra un lungo e l'altro. Visto il calendario dovrei riuscire a fare 6 o 7 gare su 8, e spero davvero di riuscire a portare a casa almeno una vittoria di categoria, dato che nel 2019 ho chiuso tre volte al terzo posto e una al secondo, senza contare il secondo posto alla Riso&Vino, poi annullata per problemi di cronometraggio...
Altra novità, quest'anno si cambia squadra. Nei due anni alla Rodman Azimut Squadra Corse mi sono trovato benissimo, soprattutto grazie alla calorosa accoglienza del Presidente Marco Pipino e della sua compagna Elisabetta De Bernardi. Ma la base operativa del team è a Torino, e in più Rodman è da sempre una squadra dedicata principalmente alle granfondo, gare che già da un po' di tempo non mi regalano più stimoli. Così per il 2020 ho scelto FTM, una squadra della mia città, un team che nasce principalmente per il triathlon, ma che tra le sue fila ha anche parecchi ciclisti. Un gruppo di persone che in buona parte conosco: con qualcuno ho già pedalato, a molti ho fatto il caffè nella mia vita precedente, quella in cui ero titolare di un bar-ristorante e dormivo 5 ore a notte.
Non sarò solo, in questo cambio di casacca: con me ci sarà anche Silvia, compagna di vita e di sport. Se io ho sempre avuto il pallino dell'ultracycling, il sogno della mia dolce metà è sempre stato il triathlon, e anche per lei è arrivato il momento di realizzarlo: voci di corridoio dicono che l'evento clou del suo 2020 sarà l'Aronamen.
Una stagione di sfide mica male, insomma, per la nostra coppia. E anche qui la scelta della squadra può essere stata provvidenziale: FTM sta per Forza, Tenacia, Motivazione.
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