Sono arrivato a un punto di svolta, nella preparazione della Race Across Italy. A 11 settimane dalla gara ho concluso uno dei periodi di allenamento più duri: 3 settimane di alti volumi e intensità crescente, rese ancora più toste dal clima non proprio ottimale di gennaio.
Tra rulli e uscite outdoor ho comunque fatto un buon lavoro: i test dicono che non sono molto lontano dai valori migliori che ho raggiunto l'anno scorso e le sensazioni non sono affatto male, soprattutto sulle lunghe distanze. Anche la bici è quasi pronta per l'avventura: finalmente ho montato le appendici e mancano solo un paio di piccoli upgrade.
Certo mi sarei volentieri evitato la stupida caduta di qualche giorno fa, a 200 metri da casa, ma sono cose che succedono e finché non ci si fa (troppo) male non c'è da preoccuparsi.
Mi eviterei volentieri anche i momenti di sconforto che a volte rischiano di rovinarmi la giornata. È sempre stato un tratto del mio caratteraccio, quello di avere qualche alto e basso nell'umore: col tempo ho imparato a gestire la cosa ma a volte, quando guardo la mappa della Race Across Italy il rischio di un mezzo attacco di panico è concreto. Pensare a quei 775 km, ai due mari (Adriatico e Tirreno) da toccare, all'idea di attraversare per due volte l'Italia (e nemmeno passando per la strada più veloce...) mi fa venire delle discrete vertigini.
Mi serve un po' di coraggio: il coraggio per ammettere che posso farcela, il coraggio di guardare senza timore alle 36 ore di pedalata (se va bene) e ai 10000m di dislivello che mi aspettano, il coraggio di pensare a come sarà il dopo: a come mi sentirò dopo aver raggiunto l'obiettivo a cui penso da 6 anni, a come mi sentirò ad aver realizzato l'impresa più grande che posso sperare di realizzare su due ruote.
Mi serve anche il coraggio per pensare a come potrei sentirmi se dovesse andare male, anche se paradossalmente non mi riesce difficile, e ho elaborato una serie di piani B per superare l'eventuale cocente delusione. Non ne parlo qui, perché rischio di essere prolisso, ma le idee come al solito non mi mancano, con la solita consapevolezza: che l'obiettivo più grande non è tagliare il traguardo di Silvi il 1° maggio, ma sorridere ogni giorno.