Le ultime settimane sono state poco impegnative dal punto di vista dell'allenamento, focalizzato soprattutto sulla palestra, ma piene di piccoli eventi mediatici, tra interviste, articoli della stampa locale e ospitate in radio che trovate, se proprio avete tempo da perdere durante le ferie, linkate qui. A metà dicembre la mia storia è stata addirittura protagonista di una puntata di Matteo Caccia Racconta su Radio24 (la trovate su Spotify, Apple Podcast, Amazon Music e Google Podcast): Matteo è davvero un grande della narrazione radiofonica, e ha saputo rendere magico il recap dei sei anni che mi hanno portato da zero alla Race Across Italy.
Ecco, il fatto di comparire abbastanza spesso sui media locali e ogni tanto su quelli nazionali è una discreta fonte di paranoia per me. Mi chiedo spesso che cosa ne pensino le persone che conosco, e ho letteralmente il terrore di sembrare, come si dice dalle mie parti, uno che se la tira, un egocentrico insomma, un vanesio. A Silvia faccio leggere ogni cosa che scrivo (anche le didascalie dei post su Instagram), e tutte le volte le faccio la stessa domanda: "Non sembro uno che se la tira, vero?".
Chi mi conosce sa che in famiglia, al lavoro o tra amici parlo pochissimo di bici e di sport e quasi per nulla delle mie "imprese", se non me lo si chiede esplicitamente: da una parte non mi apro più di tanto, dall'altra mi piace molto ascoltare le storie degli altri. E allora perché, vi chiederete, mi ostino a raccontare quello che faccio nelle stories di Instagram, perché tutti miei allenamenti sono visibili su Strava, perché mi sono preso un pomeriggio per scrivere la mia storia e mandarla alla redazione di Radio24?
Il motivo è semplice. L'ho fatto perché la mia storia personale in questi anni è stata la storia di una persona che scopre che cosa significa essere felici. Tutta la mia vita, in fondo, è stata un lungo percorso tra incertezza, insoddisfazione e un discreto disagio alla ricerca della serenità. Una guerra di trincea che negli ultimi anni mi ha visto vincere parecchie battaglie, e conquistare sempre più terreno. La bici ha avuto un ruolo importante in questo lungo processo ed è diventata un tassello fondamentale di una felicità più grande di quanto osassi sperare.
Ecco, credo che le cose belle vadano raccontate. Fa bene a me, spero possa fare bene agli altri e sicuramente contribuisce a bilanciare un mondo mediatico dove prevalgono intrattenimento ottuso e negatività isterica. Può sembrare un messaggio banale ma questa vita è l'unica che abbiamo, e possiamo viverla al meglio: quello che faccio è cercare di raccontare quanto ne valga la pena. Se sembro antipatico, supponente o superbo, per favore ditemelo, che correggo subito il tiro!
PS: coi panettoni ho decisamente esagerato in questi giorni... Menomale che da oggi ricomincio a fare qualche lavoretto specifico in bici...