Avrei voluto raccontarvi di una Race Across Italy conclusa col sorriso, con un buon piazzamento e magari un tempo sotto le 34 ore.
Ero pronto ad affrontare il resoconto di un fallimento, di un ritiro, di un weekend andato male.
Non avrei mai pensato di trovarmi a dover riportare un fatto tragico, che ha gettato su tutti noi, concorrenti e organizzatori, un'infinita tristezza.
Nel pomeriggio di domenica, quando la gara si avviava verso le battute conclusive, Pawel Talaga, in corsa nella categoria self-supported over 50, è rimasto coinvolto, con esito fatele, in un incidente stradale. La dinamica è ancora oggetto di indagini, ma pare che il conducente del mezzo che ha investito Pawel sia fuggito, e che a dare l'allarme sia stato un altro concorrente.
Fatti come questo accadono tutti i giorni. Dopo lo sconforto iniziale il primo pensiero che viene in mente a tutti è lo stesso: sono cose che succedono. Lo sgomento dura poco, perché siamo abituati a sentire notizie come questa e accettiamo il rischio ogni volta che saliamo in bici, tutti quanti, dai professionisti agli amatori.
Si spendono fiumi di parole sulla sicurezza stradale e sul rispetto degli utenti deboli della strada, eppure non sono mai abbastanza: è vero che sono cose succedono, ma sono cose che non dovrebbero succedere.
Per dovere di cronaca, la mia gara è andata male. Nonostante stessi molto bene fisicamente mi sono ritirato dopo 8 ore, nel bel mezzo di una totale crisi di motivazione: non ero nemmeno stanco, ma all'inizio della notte la testa ha semplicemente detto no. Non mi ero mai ritirato in 7 gare di ultracycling, ma prima o poi sapevo che sarebbe successo, per un motivo o per l'altro. Va bene così: sto già pensando alla 24 Ore del Montello.
Dietro ad ogni vittima della strada c'è una famiglia che piange un padre, un figlio, un fratello o una sorella. Per questo è stata organizzata una raccolta fondi in favore della famiglia di Pawel, a cui potete accedere a questo link:
https://www.gofundme.com/f/pawel-talaga