Un pensiero triste, mentre pedalo tra i mille colori del bosco: potrebbe essere l'ultima uscita gravel prima di un nuovo lockdown, potrebbe essere l'ultima volta che mi fermo a fare una foto al tramonto, che posso perdere tempo ad ammirare i giochi delle foglie rosse e gialle che si posano piano a terra. Potrebbe arrivare un nuovo blocco totale, potremmo perderci la meraviglia di un autunno che, almeno qui dalle mie parti, sta dando il meglio di sé.
È stato un pensiero triste, ma non inaspettato. È quasi un anno che sentiamo parlare di COVID, il primo lockdown è iniziato 8 mesi fa: piano piano ci siamo abituati all'incertezza, e dopo il fuoco di paglia di un'estate quasi normale ce la aspettavamo tutti, questa seconda ondata.
Rassegnazione. È questo il sentimento prevalente, adesso, e a pensarci bene è giusto così. Abbiamo più o meno tutti raccattato dei rulli, abbiamo imparato ad usare le app dedicate e in tanti siamo stati così pervidenti da procurarci un minimo di attrezzatura da palestra. Con un po' di inventiva ce la caveremo, e non poter fare sport sarà l'ultimo dei problemi, vista la situazione.
Ho continuato il mio giro, dopo quel momento di sconforto, ho fatto qualche foto e percorso qualche km con un amico. Poi, mentre tornavo a casa, mi sono trovato a pensare a Zwift, a quali percorsi mi mancano, a quali trofei sbloccare. Se ci richiudono in casa mi sa che saranno quelli, i miei obiettivi, su questo non ci piove: perché mi servono, dei piccoli target da raggiungere, servono a non farci impigrire, a ritrovare un po' di positività, a strapparci un sorriso ogni tanto. E a non farci dimenticare che cosa sia la normalità.
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