Uno dei periodi più belli nella vita di chi fa sport è quello che arriva dopo l'ultima gara della stagione e prima di iniziare la preparazione invernale. Per 2-6 settimane ti ritrovi senza tabelle e senza obiettivi, con un unico mantra da ripetere: Riposati, stai tranquillo e non stressarti. A qualcuno potrebbe sembrare pigrizia, invece questo è un momento fondamentale nell'ottica di una crescita della performance che non si limiti a una sola stagione.
Il mio periodo off-season, quest'anno, è di 5 settimane: dopo l'UltrApuane ho pedalato pochissimo per quasi 10 giorni, poi sono stato per una quindicina di giorni intorno alle 18 ore settimanali: niente lavori specifici ma tante sessioni a ritmo lento da 5-7 ore concentrate in pochi giorni. Praticamente tra il 9 e il 15 settembre ho fatto 5 gite da 150-180 km. Può sembrare tanto, ma vi assicuro che evitare i lavori ad alta intensità e godersi semplicemente qualche ora in bici è la cosa più rigenerante che si possa immaginare, dopo una stagione tutta impostata sulla ricerca dei risultati.
Poi io e Silvia siamo partiti per il Salento: 10 giorni senza bici, tra spiaggie bianchissime e paesini di tufo, con al massimo una corsetta al mattino e un po' di Yoga. 10 giorni di totale sbrago alimentare, con le pucce, la burrata, le pittule, la pizza e tante altre ghiottonerie a farla da padrone. Tutte cose rigorosamente bandite nel resto dell'anno, che adesso mi concedo senza patemi d'animo. Una menzione a parte va ai pasticciotti: non ci sono parole per descrivere la bontà di questi dolci ipercalorici, e ho perso il conto di quanti ne ho mangiati. Comunque meno di 20. Forse.
Il relax è anche funzionale: tra un bagno e l'altro (e tra un pasticciotto e l'altro...) fisso i ricordi bellissimi di questa stagione: il traguardo alla Race Across Italy, i podi alla RUR e all'UltrApuane, ma anche i tanti km di allenamento, le ripetute e i lunghi in solitaria. Creare un database di bei ricordi è fondamentale per poter affrontare con la giusta positività la stagione che verrà: è un vero e proprio allenamento mentale, non meno importante delle partenze da fermo, degli intermittenti o dello sweet-spot.
Poi ci sono i progetti: che gare farò l'anno prossimo? E tra 2 anni o tra 3? Per il 2022 ho poche certezze, ma un planning c'è già. Per farla breve non so ancora a quali gare parteciperò, ma so già che saranno 3 o 4, di cui almeno una sopra ai 1000km. In attesa delle date e dei dettagli da parte degli organizzatori (per ora non sa da quasi nulla), sogno una versione lunga della Race Across Italy, da 1200-1500 km, magari con un dislivello non esagerato. Mi accontenterei anche della RAI classica, intendiamoci, ma iniziare la stagione con il primo over 1000, in un evento così bello e ben organizzato, sarebbe il massimo. Poi c'è l'Ultracycling Dolomitica, che mi attrae e mi terrorizza al tempo stesso, con tutto quel dislivello. C'è la 20k, che di dislivello ne ha ancora di più, e ci sono le alternative già sperimentate, quelle per così dire corte: Romagna Ultra Race, 24h del Montello e UltrApuane. Le gare all'estero non le cito neanche, perché sono troppe e troppo interessanti anche loro. Chiudo con l'unica quasi certezza, l'Adriatic Marathon: 1200km e 7000m di dislivello proprio in Puglia; una gara che punto da anni e che molto, molto probabilmente sarà l'ultima del 2022.
Non c'è solo la bici: mentre dormicchio sotto al sole caldo ma gentile mi chiedo chi sarò tra 5 anni, o tra 10. La vacanza in fondo è uno spazio perfetto per pensare e soprattutto per porre più attenzione a quel mix di emozioni, paure, ansie, desideri, bisogni e aspettative che restano sempre un po' sottotraccia nella vita di tutti i giorni. È una parentesi necessaria, la vacanza, uno spazio alternativo; è un rituale nella vita del singolo e della famiglia, e come ogni rituale ti cambia, ti regala una prospettiva diversa, ti apre la mente.
La vacanza ti mette anche di fronte a delle scelte, a delle scelte difficili: pasticciotto alla crema o pasticciotto ricotta e cioccolato?
Nessun commento:
Posta un commento