Sembrerà strano, ma non parlerò molto di bici, in questo post.
A differenza degli anni passati, in questi primi mesi del 2019 gare e allenamenti non sono stati affatto al centro dei miei pensieri, tutt'altro. Mi sono trovato, insieme a Silvia, ad affrontare uno dei periodi più complicati e tosti di sempre: abbiamo deciso di cambiare totalmente vita, lasciando un mondo, quello della ristorazione, che ci ha dato tanto ma stava schiacciando noi due e il nostro futuro. Dopo più di 7 anni abbiamo chiuso il nostro bistrot, salutando con un po' di commozione tante persone che da clienti, col tempo, si sono trasformati in amici. 10 ore di lavoro al giorno sempre di corsa, la sveglia molto prima dell'alba, non avere nemmeno il tempo di sedersi per pranzare a mezzogiorno, non poter immaginare un futuro diverso per la nostra famiglia. Questi e molti altri sono i motivi che ci hanno fatto dire basta, senza rimpianti, senza ripensamenti e soprattutto senza debiti, condizione non da poco, quest'ultima, che mi permette di aggiungerne altre due: con leggerezza e con il sorriso.
Ci siamo dati da fare e Silvia ha trovato lavoro in pochissimo tempo: il 31 maggio abbiamo chiuso l'attività, il 3 giugno ha iniziato a lavorare. A me è andata anche meglio: non solo ho trovato esattamente il lavoro che volevo e proprio nel posto a cui puntavo di più, ma inizierò solo il primo agosto, e un paio di mesi di pausa mi servono proprio. Perché se dal lato pratico questo cambio di vita è andato via liscio come l'olio, sul piano emotivo, per me che in questo senso sono praticamente una ragazzina di quindici anni, è stato decisamente impegnativo.
Passiamo alle cose serie: cosa farò. Dopo sei mesi passati più sui libri che in bici, dopo una bella serie di concorsi pubblici che assomigliavano da morire alle mie gare di quest'anno (spesso sul podio, ma mai vincitore), alla fine sarò assunto da un Comune non troppo lontano da casa, un Comune bellissimo, sulle sponde del Lago che amo tanto. Entrerò in servizio il primo agosto e sarò agente di Polizia Locale, e qui torniamo alla bici, perché l'idea di entrare nelle forze dell'ordine non mi sarebbe mai venuta se non mi avessero investito mentre mi allenavo, a novembre, e se sul posto non fosse intervenuto un agente capace, che ha trovato i testimoni, ricostruito l'accaduto e fatto il suo dovere con responsabilità e diligenza. È stato allora che ho iniziato a pensare che quello potesse essere un mestiere adatto a me: un lavoro estremamente vario, che si svolge in buona parte all'aria aperta, dove serve usare la testa ma non stai 8 ore al computer. E soprattutto un lavoro che mi permetterà, nel mio piccolo, di essere utile al prossimo, di servire la comunità.
E questo è tutto, più o meno. Dal primo agosto vestirò la divisa, e se ci penso non mi sembra vero. La vita prende pieghe davvero inaspettate, e questa è una cosa bellissima.
Tornando alla bici... A giugno ho pedalato parecchio. 1756 km, col viaggio in Monferrato che resterà tra i miei ricordi ciclistici più belli. Ho saltato la penultima prova del GT Mediofondo, questa domenica, a causa lieve malessere, ma il campionato ormai era andato: Davide Lorè aveva già un buon vantaggio, è in forma strepitosa e sono contento di giocarmi il podio alle sue spalle. Ultima prova a inizio settembre, sulla salita di Comnago. Fino ad allora niente gare, e avere un sacco di tempo libero per me vuol dire solo una cosa: fare km, a partire dai 300 che mi sparerò a inizio settimana (credo martedì) per l'Assault To Freedom. Perché quella degli extralunghi è una mia fissa da anni, e mi sa che è arrivato il momento di dedicarmici seriamente. Ma di questo parleremo un'altra volta.
Tornando alla bici... A giugno ho pedalato parecchio. 1756 km, col viaggio in Monferrato che resterà tra i miei ricordi ciclistici più belli. Ho saltato la penultima prova del GT Mediofondo, questa domenica, a causa lieve malessere, ma il campionato ormai era andato: Davide Lorè aveva già un buon vantaggio, è in forma strepitosa e sono contento di giocarmi il podio alle sue spalle. Ultima prova a inizio settembre, sulla salita di Comnago. Fino ad allora niente gare, e avere un sacco di tempo libero per me vuol dire solo una cosa: fare km, a partire dai 300 che mi sparerò a inizio settimana (credo martedì) per l'Assault To Freedom. Perché quella degli extralunghi è una mia fissa da anni, e mi sa che è arrivato il momento di dedicarmici seriamente. Ma di questo parleremo un'altra volta.
Grande Mario (e Silvia) ! Avete dimostrato di avere le palle���� e in questo post c'è molta bici, al contrario di ciò che scrivi nell'incipit�� avete attaccato invece di accontentarvi dello stare a ruota senza aria in faccia (meno rischioso ma soffocante)����
RispondiEliminaGrazie mitico! Ovviamente l'ho visto solo adesso il commento, sono proprio uno stordito...
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