Ricordi dell'estate: fine giugno, Courmayeur, Granfondo La Montblanc. Eravamo belli e magri... Tutte le mie foto le trovate su Instagram @mariofavini |
Il Natale si avvicina, con il tradizionale carico di carboidrati complessi, zuccheri e parenti molesti. I buoni propositi vacillano, la bilancia spaventa, le crisi familiari incombono e il rischio di crollo nervoso si fa concreto. L'amatore medio pensa alla nuova stagione, è in astinenza da competizione, pianifica, progetta, e già gli sembra di percepire nell'aria il profumo della primavera, allucinazione olfattiva tipica di chi passa più di quattro ore a settimana sui rulli.
Ma le ferie sono anche il momento giusto per pianificare il 2019, e pure io sto iniziando a chiarirmi le idee.
Il mantra dell'anno nuovo sarà: ampliare gli orizzonti. Il mio 2018 è stato un anno 100% orientato alle granfondo: picchi di forma pianificati, uscite mirate, lavori specifici, tapering calibrato. I risultati sono arrivati alla grande (una volta sono addirittura arrivato settantaduesimo! 🤣), è stato un anno intenso e bellissimo, ma ho voglia di cambiare un po'. Nel 2019 mi darò qualche obiettivo in meno dal punto di vista agonistico, e qualcuno in più sul fronte delle esperienze.
Sicuramente ridurrò il numero delle granfondo: 8 o 10 invece di 14. Niente gare in Liguria e un solo campionato invece di due: credo che mi iscriverò alla Coppa Lombardia, dopo tre anni di Coppa Piemonte, e a qualche gara sparsa, con Gavia-Mortirolo e magari La Fausto Coppi come prove "epiche", ammesso che con il lavoro tutto questo sia fattibile... E qui potremmo aprire un'altra lunga parentesi sulle tribolazioni del granfondista medio, che si deve arrabattare tra aspirazioni corsaiole e mercato del lavoro precario, incerto e incasinato.
In compenso sono tre le direzioni che voglio prendere al di là delle gare: esplorazione, viaggi e lunghe distanze.
Esplorazione perché ho una gravel bike che mi aspetta in garage e un sacco di strade, sentieri e tratturi da scoprire. Tra boschi, colline, laghi e canali, di bei posti a due passi da casa c'è n'è a volontà.
Viaggi, magari non su grandissime distanze, magari anche solo per un weekend o poco più, ma alla ricerca di paesaggi nuovi, di itinerari poco battuti, del silenzio e della pace tra boschi e campagne.
Lunghe distanze, una delle cose che negli ultimi due anni ho un po' tralasciato: ammesso e non concesso che il lavoro me ne lasci il tempo, vorrei tornare a fare le 10, 12 ore in sella, e provare magari ad avvicinarmi alle gare e agli eventi su kilometraggi maggiori rispetto alle granfondo.
Ovvio che tutto questo sarà documentato e raccontato sui social: su Instagram troverete le foto dei posti che scoprirò, su Strava le tracce dei giri, mentre su YouTube e su questo blog vi racconterò il tutto più nel dettaglio.
Bella lì, dai, si preannuncia interessante questo 2019. Sono anche un po' impaziente, visto che sono ancora fermo, e a un mese e mezzo dall'incidente non sono ancora risalito in bici... La bella novità è che il polso era rotto. Non si vedeva dalla prima lastra, perché la frattura era piccola, ma adesso che l'osso s'è risaldato si vede eccome. Nel frattempo ho quasi sistemato la bici, l'assicurazione dovrebbe liquidarmi nei prossimi giorni i danni tecnici e attendo con ansia il medico legale per la perizia di quelli fisici e per poter tornare in bici. Ho già collezionato un gran faldone di carte e impegnative, e mi sono fatto un bel po' di esami e di ore in coda... Anche su queste peripezie burocratiche farò un video o qualcosa del genere, quando sarà tutto finito. Ci vorrà ancora un po', eh... Prossimi passi TAC e visita dell'ortopedico; mi sa che da qui all'anno nuovo l'unico sport a cui mi dedicherò sarà lo slalom tra i panettoni...
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