venerdì 2 settembre 2022

Addio 1000km - Un anno che non va

Questo 2022 proprio non vuole saperne di girare il verso giusto. Dopo l'amara delusione alla Race Across Italy mi trovo costretto ad annullare l'evento con cui volevo chiudere la stagione: niente 1000km del Lago Maggiore, per me, causa infortunio. 
Mi dispiace tantissimo rinunciare a un evento come questo, perché sarebbe stata la mia prima impresa oltre i 1000km e soprattutto perché si trattava di un'iniziativa benefica, a favore della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori. Alcuni di voi avevano già donato,  e in tanti mi avevano scritto che avrebbero pedalato con me per qualche km. Invece nulla fare,  sono fermo da più di due settimane e nei prossimi giorni mi concederò al massimo qualche pedalata rilassante, in stile cicloturista.
Il mio problema è iniziato ad aprile, proprio nel periodo della RAI: per tre o quattro settimane ho pedalato con un assetto sella sbagliato, che ha causato una contrattura al grande gluteo e una rotazione (neanche troppo leggera) dell'osso sacro e una serie di problemi muscolari a ischio crurali, fascia lata e peronieri. Una leggera asimmetria in questo senso l'ho sempre avuta: il problema con la sella però lo ha accentuato parecchio. La mia sensibilità su queste cose, poi, è pari a zero, quindi ci ho messo un bel po' per capire quale fosse il problema. Ho sistemato la posizione (grazie a quel sant'uomo del mio biomeccanico) prima del Montello: alla 24 Ore sono andato forte,  ma ho comunque avuto un costante fastidio. Idem alla Dolomitica, ma nelle settimane successive la cosa è peggiorata: correggere la posizione non è stato sufficiente, ormai il mio corpo aveva "imparato" a compiere un gesto sbagliato e uscita dopo uscita il dolore aumentava: nulla di terribile, ma nemmeno un segnale confortante in vista di un'impresa come quella che avevo in mente. Sono andato dal mio osteopata, che mi ha subito sconsigliato di mettermi in sella per 36 o 40 ore e mi ha fatto soffrire tantissimo raddrizzando piano piano il mio fondischiena. Secondo lui in un paio di mesi dovrei tornare al 100%. Lo spero, ma intanto non mi butto giù.
Sarà un autunno di relax, totalmente diverso da quelli a cui sono abituato. Andrò meno in bici, ok, ma dovrei poter correre e la palestra, se affrontata nel modo giusto, dovrebbe farmi bene. Ho da studiare per l'università, il lavoro mi sta impegnando parecchio e le serate con gli amici come minimo raddoppieranno.
Non ho voglia di lamentarmi, anche perché non servirebbe a niente. Tanto vale godersi qualche mese diverso dal solito, e aspettare l'anno nuovo per pensare ai prossimi progetti. 

giovedì 21 luglio 2022

La vie c'est fantastic

Tra i tanti brani musicali tamarri che ascoltavo da giovane (e che ascolto ancora adesso) c'è n'era uno, a inizio anni 2000, che faceva: La vie c'est fantastique, pourquoi tu te la complique. La vita è fantastica perché te la complichi. Ecco, non c'è una citazione più azzeccata per questo periodo della mia vita.
Il 2022 doveva essere un anno tranquillo nei miei piani: 4 gare, il lavoro standard e poco altro. Invece sul lavoro mi sono ritrovato una serie di responsabilità extra, il ritiro alla Race Across Italy mi ha messo pressione e sono saltati fuori un sacco di altri impegni spesso piacevoli, ma comunque stressanti. Come se non bastasse, ho avuto la bella idea di rimettermi a studiare. Mi sono iscritto all'università, per prendere una specialistica che s'incastra bene col mio lavoro: l'idea iniziale era di viverla con mooooolta calma, invece per poter accedere al corso di laurea mi hanno prescritto di superare 4 esami extra entro settembre... Insomma, mi sono ritrovato a fare un tour de force tra Sociologia e Diritto, ripetute e lunghi con dislivello... Tra il 6 giugno e il 25 luglio il mio calendario prevede due gare di ultracycling, due esami universitari, una camionata di faccende spinose da risolvere sul lavoro, il matrimonio del mio migliore amico e un addio al celibato in versione vacanza in moto.
Oggi sono quasi fuori dal tunnel (che poi è un tunnel molto piacevole, eh...), e vi racconto com'è andata fin qui, almeno dal punto di vista ciclistico e motociclistico, che di tutto il resto, comprensibilmente, magari non ve ne frega niente.

24 Ore del Montello

Su questa gara ho pochissimo da dire, perché è andata quasi alla perfezione. Con Silvia ai box a rimpinzarmi di rice cakes e un circuito dannatamente adatto alle mie caratteristiche non ho dovuto fare altro che spingere, mangiare e cercare di fermarmi il meno possibile.
Il solito Daniele Rellini prende subito il largo, ma con 35 km e 400 m di dislivello al giro distribuiti su innumerevoli strappi e strappetti, perdo meno terreno del solito.
Dopo 8 ore doppio il terzo in classifica e calo il ritmo amministrando il vantaggio fino al traguardo. Daniele mi doppia solo dopo 22 ore e mezza, cose mai viste. Io chiudo tranquillo in seconda posizione, senza nemmeno cercare di completare un diciannovesimo giro che sarebbe stato alla mia portata, anche perché per tutta la gara ho avuto un discreto fastidio al piriforme sinistro. Comunque molto bene, anzi benissimo visto che al traguardo scopro di aver agguantato il podio anche sulla 12 ore, valevole come prova unica del Campionato Europeo WUCA. 10 giri nelle prime 12 ore, come Daniele, secondo, e ad un solo giro dal mitico Fabio Ciot, che gareggiava sulla distanza "corta" . Mi sono anche qualificato per la Race Across America, con ampio margine. Quasi sicuramente non correrò mai negli USA, a meno di trovare munifici sponsor (che possono contattarmi all'indirizzo marioridez@outlook.it), ma per lo meno posso aggiungere l'attestato alla bacheca dei trofei.
(I numeri della mia 24 Ore del Montello li trovate a QUESTO LINK

A Roma in moto

Due giorni dopo il Montello partiamo per Roma, in moto. La moto è quella di mio suocero, ferma da due anni e con 18 anni di onorato servizio alle spalle. La rimettiamo in funzione lunedì, martedì facciamo la revisione e mercoledì parto insieme a 4 amici. Dopo 130 km resto a piedi, ma con l'aiuto di un meccanico di auto e di un po' di fortuna risolviamo il problema. Riparto fradicio di benzina (il problema era alla pompa del carburante) e l'avventura continua, tra temporali, altri guasti (non alla mia moto però!) e posti bellissimi. Sono il navigatore del gruppo, e ho studiato un itinerario tutto extraurbano tra colline, laghi e montagne di 6 regioni. Ogni tanto prendiamo qualche scorciatoia, ma alla fine anche questa vacanza è stata decisamente "ultra": 8-10 ore al giorno in moto e una lunga, bellissima nottata a passeggiare per Roma. Spettacolo, assolutamente da rifare!

Ultracycling Dolomitica

Neanche il tempo di scendere dalla moto, ed arriva la gara clou dell'anno, l'Ultracycling Dolomitica. È la cronometro più dura al mondo per rapporto tra distanza e dislivello: ti aspetti un percorso terribile, massacrante, esagerato. Invece no: è molto peggio. 20 passi dolomitici, quasi 700km e 17000m di dislivello, un continuo alternarsi di salite lunghe e salite lunghissime, di ascese dure e ascese durissime. Praticamente la mia nemesi. Parto conservativo, continuo con molta calma, sono costretto a mezz'ora di pausa da un meccanico per un problema al cambio e per i primi 100 km ho ancora un po' di fastidio al piriforme, che svanisce scalando il Manghen. Provo a spingere ma non c'è nulla da fare, la salita non fa proprio per me. Rolle, Duran e Staulanza passano via veloci, durante la prima notte, all'alba è il momento del Fedaia, e supero anche le rampe terribili dopo Malga Ciapela. Mangio tantissimo e decido di prendermi tutte le pause che mi servono, dormo 40 minuti su una panchina a Colfosco, prima del quartetto Sella-Gardena-Valparola-Giau. Altri 40 minuti me li concedo all'ultima Time Station, a Cortina, e 10 minuti in un parchetto da qualche parte nel Cadore. La seconda notte è quasi mistica. Nessun problema con il sonno, umore quasi sempre alto e tutta la concentrazione sull'obiettivo finale: il traguardo che si avvicina sempre di più.
Ogni tanto ho dei bruschi cali della motivazione, ma durano solo pochi minuti, mentre le gambe continuano a girare abbastanza bene. L'ultima salita, Piancavallo da Barcis, sembra non finire mai, ma alle prime luci dell'alba, finalmente, scollino, e alle 6 del mattino taglio il traguardo. Il tempo ufficiale sarà di 44 ore e 2 minuti. Altissimo, epocale rispetto alle 29 ore 51 minuti di Robert Muller, che trionfa per il secondo anno consecutivo con quasi 4 ore di vantaggio sul secondo. Io chiudo ottavo tra i self-supported, ma comunque ce l'ho fatta, ho chiuso una delle gare più estreme al mondo. Per la serie: chi va piano va sano e va lontano...
(I numeri della mia Ultracycling Dolomitica li trovate a QUESTO LINK)

Next step: boh!

Dopo la Dolomitica, in questi giorni, mi sto concedendo un po' di pausa, almeno con la bici. Neanche 4 ore pedalate settimana scorsa, forse non arriverò al doppio in questa. Lunedì ho il secondo dei 4 esami, poi tirerò un po' il fiato, e ricomincerò ad allenarmi seriamente. La prossima impresa, in questo momento, non so quale sarà. Avevo programmato tutta la stagione, con l'idea di chiudere in bellezza con i 1200km dell'Adriatic Marathon, ma la salterò per colpa di un appello d'esame. Volevo dirottarmi sulla 24 Ore Time Trial di Bagnolo, ma ci saranno le elezioni quindi farò 24 ore al lavoro... Cercherò qualche altra gara, oppure farò qualcosa di totalmente diverso: un piccolo viaggio in bici ad agosto, un record WUCA, magari la circumnavigazione di una regione, o una 1000km in solitaria. Nel frattempo ho sempre una heatmap da allargare: è da tanto che vorrei andare al Nivolet, e anche lo Stelvio mi aspetta da troppi anni. Ci sono le colline intorno a Ovada che ancora non ho mai esplorato, e lo stesso vale per il lago d'Iseo e le Alpi francesi. Insomma le idee non mi mancano: sono decisamente bravo a complicarmi la vita... 

venerdì 29 aprile 2022

Non ci sono parole


Avrei voluto raccontarvi di una Race Across Italy conclusa col sorriso, con un buon piazzamento e magari un tempo sotto le 34 ore.
Ero pronto ad affrontare il resoconto di un fallimento, di un ritiro, di un weekend andato male.
Non avrei mai pensato di trovarmi a dover riportare un fatto tragico, che ha gettato su tutti noi, concorrenti e organizzatori, un'infinita tristezza.
Nel pomeriggio di domenica, quando la gara si avviava verso le battute conclusive, Pawel Talaga, in corsa nella categoria self-supported over 50, è rimasto coinvolto, con esito fatele, in un incidente stradale. La dinamica è ancora oggetto di indagini, ma pare che il conducente del mezzo che ha investito Pawel sia fuggito, e che a dare l'allarme sia stato un altro concorrente.

Fatti come questo accadono tutti i giorni. Dopo lo sconforto iniziale il primo pensiero che viene in mente a tutti è lo stesso: sono cose che succedono. Lo sgomento dura poco, perché siamo abituati a sentire notizie come questa e accettiamo il rischio ogni volta che saliamo in bici, tutti quanti, dai professionisti agli amatori.
Si spendono fiumi di parole sulla sicurezza stradale e sul rispetto degli utenti deboli della strada, eppure non sono mai abbastanza: è vero che sono cose succedono, ma sono cose che non dovrebbero succedere.

Per dovere di cronaca, la mia gara è andata male. Nonostante stessi molto bene fisicamente mi sono ritirato dopo 8 ore, nel bel mezzo di una totale crisi di motivazione: non ero nemmeno stanco, ma all'inizio della notte la testa ha semplicemente detto no. Non mi ero mai ritirato in 7 gare di ultracycling, ma prima o poi sapevo che sarebbe successo, per un motivo o per l'altro. Va bene così: sto già pensando alla 24 Ore del Montello.

Dietro ad ogni vittima della strada c'è una famiglia che piange un padre, un figlio, un fratello o una sorella. Per questo è stata organizzata una raccolta fondi in favore della famiglia di Pawel, a cui potete accedere a questo link:

https://www.gofundme.com/f/pawel-talaga

mercoledì 23 febbraio 2022

Test e stress

Anche se non si direbbe, sono una persona pigra. Continuo a ripetermi che dovrei scrivere almeno un post ogni due settimane, invece è tanto se ne scrivo uno ogni due mesi...
Quest'anno ho adattato i miei allenamenti alla mia inguaribile pigrizia, calando un pochino il volume rispetto alla scorsa stagione e cercando di lavorare ancora di più sulla qualità. Non è stata una scelta sbagliata, anzi: gennaio e febbraio sono stati due mesi parecchio stressanti sul lavoro e trovarmi con qualche ora in meno da passare in sella è stato utile. Ho avuto più tempo per occuparmi delle faccende domestiche (adesso che anche Silvia lavora quasi a tempo pieno ho parecchie cose da fare) e  per dedicarmi all'altra mia grande passione (per non dire mania): Star Wars. Tra serie tv, fumetti e libri ho almeno un centinaio di opere da studiare; a chi non è appassionato della saga di Lucas potrà sembrare un'esagerazione, ma sappiate che oltre ai film c'è un mondo meraviglioso da scoprire. Scrivetemi in privato se siete interessati, scopriremo insieme le vie della Forza.
Avere il tempo di leggere un po', di staccare mentalmente è stato importante: in fondo TSS sta per Training Stress Score, e Training Peaks non è in grado di calcolare tutti gli altri fattori di stress, quelli che dipendono dal lavoro, dalla famiglia e da tante altre cose. A quelli dobbiamo pensarci da soli. 

Mi sono allenato parecchio sui rulli, e apprezzo sempre di più il lavoro indoor. Si risparmia tempo e si affrontano i workouts con una precisione impossibile da raggiungere su strada. E poi si evitano parecchi rischi: se ti alleni per il 30% del tempo sui rulli riduci del 30% il rischio di cadute e incidenti. Ma soprattutto... vuoi mettere, passare una fredda domenica di gennaio al calduccio in salotto invece che là fuori al freddo e al gelo? 

Fino a qualche giorno fa mi restava un dubbio: tutto questa cautela, questo impigrirmi, sarà stato proficuo? La risposta è arrivata con l'ultimo test FTP: in una splendida giornata quasi primaverile sono andato a Calogna e mi sono sciroppato i canonici 8 minuti a fuoco (no, il test da 20 minuti non lo faccio, ve l'ho detto che sono pigro!). Il risultato è stato il migliore di sempre, quasi 10 Watt in più rispetto al momento di massima forma dello scorso anno. E siamo ancora a febbraio: le premesse per una stagione alla grande ci sono tutte.
Sui social mi hanno chiesto in parecchi quale sia il fatidico valore della mia FTP. Rispondo, come ho fatto su Instagram, con un indovinello: Il valore della mia FTP coincide con il nome dell'auto di Paolino Paperino.
Sarà un caso?