lunedì 27 dicembre 2021

Tra social, radio e panettoni

Ciao ciao 2021, è quasi arrivato il momento di passare a un nuovo anno di pedalate. In questo post non parlerò delle feste e dei panettoni che ho mangiato, non vi annoierò con gli obiettivi che raggiunto quest'anno, né con i buoni proposti per il prossimo: aprirò invece una finestra sull'incredibile mondo della mia mente paranoica. 

Le ultime settimane sono state poco impegnative dal punto di vista dell'allenamento, focalizzato soprattutto sulla palestra, ma piene di piccoli eventi mediatici, tra interviste, articoli della stampa locale e ospitate in radio che trovate, se proprio avete tempo da perdere durante le ferie, linkate qui. A metà dicembre la mia storia è stata addirittura protagonista di una puntata di Matteo Caccia Racconta su Radio24 (la trovate su Spotify, Apple Podcast, Amazon Music e Google Podcast): Matteo è davvero un grande della narrazione radiofonica, e ha saputo rendere magico il recap dei sei anni che mi hanno portato da zero alla Race Across Italy.

Ecco, il fatto di comparire abbastanza spesso sui media locali e ogni tanto su quelli nazionali è una discreta fonte di paranoia per me. Mi chiedo spesso che cosa ne pensino le persone che conosco, e ho letteralmente il terrore di sembrare, come si dice dalle mie parti, uno che se la tira, un egocentrico insomma, un vanesio. A Silvia faccio leggere ogni cosa che scrivo (anche le didascalie dei post su Instagram), e tutte le volte le faccio la stessa domanda: "Non sembro uno che se la tira, vero?".

Chi mi conosce sa che in famiglia, al lavoro o tra amici parlo pochissimo di bici e di sport e quasi per nulla delle mie "imprese", se non me lo si chiede esplicitamente: da una parte non mi apro più di tanto, dall'altra mi piace molto ascoltare le storie degli altri. E allora perché, vi chiederete, mi ostino a raccontare quello che faccio nelle stories di Instagram, perché tutti miei allenamenti sono visibili su Strava, perché mi sono preso un pomeriggio per scrivere la mia storia e mandarla alla redazione di Radio24?

Il motivo è semplice. L'ho fatto perché la mia storia personale in questi anni è stata la storia di una persona che scopre che cosa significa essere felici. Tutta la mia vita, in fondo, è stata un lungo percorso tra incertezza, insoddisfazione e un discreto disagio alla ricerca della serenità. Una guerra di trincea che negli ultimi anni mi ha visto vincere parecchie battaglie, e conquistare sempre più terreno. La bici ha avuto un ruolo importante in questo lungo processo ed è diventata un tassello fondamentale di una felicità più grande di quanto osassi sperare.

Ecco, credo che le cose belle vadano raccontate. Fa bene a me, spero possa fare bene agli altri e sicuramente contribuisce a bilanciare un mondo mediatico dove prevalgono intrattenimento ottuso e negatività isterica. Può sembrare un messaggio banale ma questa vita è l'unica che abbiamo, e possiamo viverla al meglio: quello che faccio è cercare di raccontare quanto ne valga la pena. Se sembro antipatico, supponente o superbo, per favore ditemelo, che correggo subito il tiro!

PS: coi panettoni ho decisamente esagerato in questi giorni... Menomale che da oggi ricomincio a fare qualche lavoretto specifico in bici...

martedì 9 novembre 2021

Io e l'Ultracycling - VIDEO

Era dal 2019 che non pubblicavo qualcosa sul mio canale YouTube e mi dispiaceva abbandonarlo del tutto. In questi 7 minuti racconto cosa ho combinato negli ultimi 2 anni, tutti dedicati all'Ultracycling. Attenzione: il video, qualitativamente, fa pena. Non sono mai stato bravo n queste cose e l'ho registrato di getto, con lo smartphone e senza microfono!



martedì 26 ottobre 2021

Si riparte da qui

Questo weekend è arrivata la prima certezza della stagione 2022: ancora una volta ad aprire le danze sarà la Race Across Italy, proprio come lo scorso anno.
Già da qualche mese gli organizzatori avevano annunciato grandi novità, prima tra tutte un nuovo percorso da aggiungere alla prova classica da 775 km e alla gara totally unsupported senza traccia fissa da oltre 2000. Sinceramente non stavo più nella pelle, e speravo in un percorso da 1200-1600 km, su cui mi sarei fiondato a occhi chiusi; invece è arrivata una prova sprint da 300 km, e la RAI775 è stata confermata in toto, con la stessa bellissima traccia del 2021. Certo, sarebbe stato bello partire col botto, e chiudere subito una gara sopra ai 1000km, ma ci saranno altre occasioni, e l'idea di confrontarmi nuovamente con il percorso dello scorso anno è un bello stimolo. Insomma, mi sono iscritto praticamente subito, e anche il mio 2022 inizierà con la doppia Tirreno-Adriatico. Per una volta proverò anche a pormi un obiettivo ambizioso: senza il problema al ginocchio che mi ha rallentato nel 2021, con l'esperienza maturata alla Romagna Ultra Race e all'UltrApuane e magari con qualche Watt in più posso puntare a fare bene, e a trasformare le quasi 38 ore dello scorso anno in 34 scarse. 
L'avvicinamento alla RAI, che per la cronaca partirà il 23 aprile, è già iniziato. Da qui alla fine dell'anno il focus dei miei allenamenti è tutto sulla palestra, con le immancabili schede di TotalSportLab. Non sono uno di quelli che si lamentano e non sopportano di sollevare pesi, anzi: tre mesi di squat, affondi e burpees sono un'ottimo modo per non annoiarsi. La bici, per forza di cose, l'ho messa un po' da parte: chi mi segue su Strava avrà notato che le mie attività ultimamente sono quasi tutte casa-lavoro e casa-palestra, con uno o due semilunghi nel weekend, a ritmo più che blando. Totale una dozzina di ore a settimana o poco più. Come attività extra ogni tanto vado a correre: poco e piano, ma variare mi piace, in questo momento della stagione. 
Pedalando poco almeno cerco di pedalare in dei bei posti: lo scorso weekend mi sono concesso due giorni tra Langhe, Roero e Monferrato, il prossimo sarò in Friuli. In Piemonte ne ho approfittato per vedermi con Walter e Luca, in una reunion di ultracyclist che pianificavamo da qualche mese. Immersi nei panorami splendidi dei colli langaroli, abbiamo chiacchierato parecchio: alimentazione, allenamenti, gare fatte e gare in programma, in Italia e all'estero, dall'Adriatic Marathon alla Race Across the West. 
Ecco, pensando a tutti quei posti lontani, a tutti quei percorsi da affrontare, a tutte quelle sfide, mi sento un po' impaziente, perché so che ci vorranno ancora mesi prima di tornare a correre, e anche soltanto prima di ricominciare a fare qualche uscita interessante. Vorrei mettermi in sella adesso, col freddo, e con le gambe stanche per colpa della palestra, partire e pedalare per 12 o 16 ore... Invece non si fa: si va avanti e indietro per andare al lavoro, si evitano le salite troppo dure e si aspetta, si programma, si studia. E in fondo, più di tutto, si sogna.



sabato 25 settembre 2021

Vacanze e progetti

Uno dei periodi più belli nella vita di chi fa sport è quello che arriva dopo l'ultima gara della stagione e prima di iniziare la preparazione invernale. Per 2-6 settimane ti ritrovi senza tabelle e senza obiettivi, con un unico mantra da ripetere: Riposati, stai tranquillo e non stressarti. A qualcuno potrebbe sembrare pigrizia, invece questo è un momento fondamentale nell'ottica di una crescita della performance che non si limiti a una sola stagione.
Il mio periodo off-season, quest'anno, è di 5 settimane: dopo l'UltrApuane ho pedalato pochissimo per quasi 10 giorni, poi sono stato per una quindicina di giorni intorno alle 18 ore settimanali: niente lavori specifici ma tante sessioni a ritmo lento da 5-7 ore concentrate in pochi giorni. Praticamente tra il 9 e il 15 settembre ho fatto 5 gite da 150-180 km. Può sembrare tanto, ma vi assicuro che evitare i lavori ad alta intensità e godersi semplicemente qualche ora in bici è la cosa più rigenerante che si possa immaginare, dopo una stagione tutta impostata sulla ricerca dei risultati.

Poi io e Silvia siamo partiti per il Salento: 10 giorni senza bici, tra spiaggie bianchissime e paesini di tufo, con al massimo una corsetta al mattino e un po' di Yoga. 10 giorni di totale sbrago alimentare, con le pucce, la burrata, le pittule, la pizza e tante altre ghiottonerie a farla da padrone. Tutte cose rigorosamente bandite nel resto dell'anno, che adesso mi concedo senza patemi d'animo. Una menzione a parte va ai pasticciotti: non ci sono parole per descrivere la bontà di questi dolci ipercalorici, e ho perso il conto di quanti ne ho mangiati. Comunque meno di 20. Forse. 
Il relax è anche funzionale: tra un bagno e l'altro (e tra un pasticciotto e l'altro...) fisso i ricordi bellissimi di questa stagione: il traguardo alla Race Across Italy, i podi alla RUR e all'UltrApuane, ma anche i tanti km di allenamento, le ripetute e i lunghi in solitaria. Creare un database di bei ricordi è fondamentale per poter affrontare con la giusta positività la stagione che verrà: è un vero e proprio allenamento mentale, non meno importante delle partenze da fermo, degli intermittenti o dello sweet-spot. 
Poi ci sono i progetti: che gare farò l'anno prossimo? E tra 2 anni o tra 3? Per il 2022 ho poche certezze, ma un planning c'è già. Per farla breve non so ancora a quali gare parteciperò, ma so già che saranno 3 o 4, di cui almeno una sopra ai 1000km. In attesa delle date e dei dettagli da parte degli organizzatori (per ora non sa da quasi nulla), sogno una versione lunga della Race Across Italy, da 1200-1500 km, magari con un dislivello non esagerato. Mi accontenterei anche della RAI classica, intendiamoci, ma iniziare la stagione con il primo over 1000, in un evento così bello e ben organizzato, sarebbe il massimo. Poi c'è l'Ultracycling Dolomitica, che mi attrae e mi terrorizza al tempo stesso, con tutto quel dislivello. C'è la 20k, che di dislivello ne ha ancora di più, e ci sono le alternative già sperimentate, quelle per così dire corte: Romagna Ultra Race, 24h del Montello e UltrApuane. Le gare all'estero non le cito neanche, perché sono troppe e troppo interessanti anche loro. Chiudo con l'unica quasi certezza, l'Adriatic Marathon: 1200km e 7000m di dislivello proprio in Puglia; una gara che punto da anni e che molto, molto probabilmente sarà l'ultima del 2022.
Non c'è solo la bici: mentre dormicchio sotto al sole caldo ma gentile mi chiedo chi sarò tra 5 anni, o tra 10. La vacanza in fondo è uno spazio perfetto per pensare e soprattutto per porre più attenzione a quel mix di emozioni, paure, ansie, desideri, bisogni e aspettative che restano sempre un po' sottotraccia nella vita di tutti i giorni. È una parentesi necessaria, la vacanza, uno spazio alternativo; è un rituale nella vita del singolo e della famiglia, e come ogni rituale ti cambia, ti regala una prospettiva diversa, ti apre la mente.
La vacanza ti mette anche di fronte a delle  scelte, a delle scelte difficili: pasticciotto alla crema o pasticciotto ricotta e cioccolato? 

lunedì 6 settembre 2021

Chiudere in bellezza - La mia UltrApuane

Foto di Camilla Pini

È passata più di una settimana dalla conclusione dell'ultima gara di stagione, ma non credo di aver ancora metabolizzato del tutto le emozioni dell'UltrApuane.
È stata una gara diversa dalle altre, più dura fisicamente e mentalmente, non solo per i 600km e gli 11000m di dislivello del percorso. 
Le difficoltà sono iniziate tre settimane prima della gara: tra luglio e agosto mi sono allenato molto bene e ho alzato ancora un po' l'asticella, ma una ventina di giorni prima dello start un problema muscolare al polpaccio destro ha fatto scattare un campanello d'allarme. Per una ventina di giorni la mia tendenza innata all'ossessione e alla paranoia mi ha fatto stare parecchio in pensiero, ma per fortuna ho ritrovato la serenità a pochi minuti dallo start. Mentre assistevo alla partenza degli altri atleti, tra chiacchiere e interviste di rito, mi sono ritrovato calmo e concentrato, ma anche impaziente di iniziare a pedalare. Ho scritto tante volte di come portare te stesso al limite ti permetta di isolarti da tutto ciò che è superfluo, di evitare i pensieri inutili o dannosi. Piano piano ho imparato a entrare in questo stato mentale già prima della gara così, alle 8.56, sono partito con la mente libera e una gran voglia di spingere, nonostante le tante incognite muscolari.
Fin da subito ho tenuto un'andatura parecchio alta per i miei standard e sono riuscito a non pensare neanche per un attimo al polpaccio, che infatti non mi ha dato praticamente mai fastidio.
Dopo un'ora e mezza la pioggia ha lasciato spazio a una bella giornata di sole, così come pianura e falsopiani hanno ceduto il passo alle prime salite, che in questa gara sono state, per così dire, senza mezzi termini. Alcune erano lunghe e facili, di quelle che ti mettono a tuo agio: Cipollaio, Radici, Collina, Cento Croci e molte altre avevano pendenze dolci, quasi accoglienti. Altre salite, invece, si sono dimostrate davvero ostiche, con pendenze in doppia cifra per kilometri e lunghi tratti oltre il 15%: San Pellegrino in Alpe, la seconda parte del Passo Pradarena e i primi km del Passo del Vestito si sono fatti sentire, e tanto.
Nelle prime ore ho spinto molto, dicevo, con wattaggi per me inusuali. 225 W medi dopo 5 ore, 213 dopo 12: davvero non potevo fare di più, nelle prime fasi.
In un centinaio di km ho ripreso tutti gli atleti che erano partiti prima di me, mentre sulle rampe di San Pellegrino mi hanno superato quelli che già alla vigilia erano dati per favoriti: Daniele Rellini, da poche settimane Campione Italiano 24 Ore, Andrea Bartemucci, Campione Italiano Ultracycling nel 2018, e Tommaso Bovi, vincitore tra i self supported alla RUR e in testa all'Ultracycling Italia Cup.
Se Daniele è su un altro pianeta, prestazionalmente parlando (nel self supported su queste distanze è sicuramente tra i più forti al mondo), Tommaso e Andrea non andavano così tanto più forte di me, e questo mi rincuora: dei buoni progressi li ho fatti davvero. 
Dopo 12 ore è iniziata, di fatto, un'altra gara: se da una parte il calo fisiologico del ritmo mi ha fatto rifiatare, dall'altro si prospettava una notte più difficile del previsto. Nella lunga discesa dopo Passo Collina, affrontata ben prima del tramonto, il freddo era già intenso, e sapevo che sarebbe solo peggiorato nelle ore successive. Sul Garmin ho iniziato a vedere temperature intorno ai 12 gradi, poi ai 10.
Verso le 2 del mattino, dopo poco più di 400km sono arrivato alla seconda Time Station, a Ligonchio, più o meno a 950 metri sul livello del mare. Temperatura di 8 gradi e le rampe del Passo Pradarena ad attendermi, con scollinamento a 1600 metri di altezza. Proprio alla TS2 ho incontrato Tommaso, sofferente a causa di un problema fisico, e ritirato dalla gara.
Quando condividi con un altro atleta le sensazioni estreme e i rischi di uno sport come questo, non c'è molto spazio per la rivalità. Ce n'è molto di più per il sostegno e il supporto reciproco: tante volte, in queste gare, ci si dà una mano allungandosi una borraccia, un gel o scambiando qualche battuta. Questa volta per la corsa di Tommaso non c'era nulla da fare, e mi dispiace sinceramente. 
A Ligonchio mi sono concesso un microsonno di qualche minuto, anche se non ne sentivo il bisogno: Andrea era circa 5 km più avanti di me, mentre il terzetto di atleti alle mie spalle, che si giocavano il quarto posto, aveva accumulato quasi 30 km di ritardo nei miei confronti. 
Si trattava solo di chiudere in scioltezza e portare a casa il podio. Solo 195km, mi sono detto risalendo in sella, solo 3100 metri di dislivello, dai, ormai è fatta, è praticamente finita! Smodato ottimismo, mancanza di lucidità o semplice follia? Lascio a voi decidere di cosa si trattasse, fatto sta che mi sembrava davvero una passeggiata, quell'ultimo tratto di corsa.
Invece è stata durissima: in cima al Pradarena c'erano 5 gradi, e in discesa era come avere degli spilli gelidi piantati in tutto il corpo. Poi è arrivato un tratto di mangia e bevi lunghissimo, interminabile: nella mia testa sono sembrati almeno 50 km, ma non ho il coraggio di verificarlo sulla traccia gps. Poi ancora discese freddissime e colline dove non riesci a scaldarti, con l'alba che, a fine agosto, sembra non arrivare mai.
Per chiudere in bellezza, prima del Passo del Vestito, rampe al 15% e, dopo l'ultima discesa, 45 km di pianura, infiniti anche quelli, con l'unica consolazione di vedere il vantaggio sul quarto in classifica ancora in crescita.
Nella mia testa sono durati di più quegli ultimi 195km in scioltezza dei 405 che li avevano preceduti e se ho continuato a spingere sui pedali è stato anche grazie al sostegno di chi mi ha seguito da casa: ogni tanto il telefono suonava e sapevo che si trattava di un messaggio su Instagram o Facebook. Alla fine ne ho ricevuti centinaia, e la carica che mi hanno dato è stata davvero fondamentale: mando un grande abbraccio virtuale a chi ha fatto il tifo per me! 
All'arrivo ero davvero stravolto, molto più che in altre occasioni, ma anche felice come poche altre volte. Terzo overall, in 28h16m per chi ama i numeri, dietro a Daniele Rellini (25h31m) e Andrea Bartemucci (27h06m).
Ad aprile il mio obiettivo era di riuscire a concludere almeno una gara delle tre in programma per il 2021. Le ho concluse tutte, con due podi che non avrei mai pensato di poter raggiungere e il terzo posto finale nell'Ultracycling Italia Cup, vinta comunque da Tommaso Bovi, nonostante una gara in meno. 
La felicità per il risultato e le sensazioni all'arrivo sono state così forti che, anche se la mia gara è finita poco dopo le 13, non ho dormito fino alle 11 di sera. L'ho pagata nei giorni successivi: fino a tre giorni fa mi sentivo uno zombie.

Cosiderazione psico-filosofica finale: non sono e non sarò mai uno di quelli che se la menano perché ottengono dei risultati e finiscono sui giornali. Non sono mai stato capace di guardare il mondo dall'alto in basso, anzi, ho sempre fatto il contrario, e mi va benissimo così: fin da quella prima Granfondo nel 2015, conclusa ultimo degli ultimi, ho considerato ogni risultato un regalo bellissimo della vita, una cosa preziosa da mettere nella cassaforte dei ricordi, da tirare fuori ogni tanto e da guardare sorridendo. Costruire una narrativa positiva della mia vita è molto più importante che poter dire Sono bravo, Ho vinto, Sono il migliore, e una narrativa positiva ha poco a che fare con i risultati e molto con l'approccio mentale. Ecco forse è questa l'unica cosa che mi riesce davvero bene: essere felice. E non la scambierei con nessuna vittoria. 

PS: i numeri della gara li trovate tutti su Strava e in questo post: non li ripubblico qui perché sono già stato troppo prolisso.

Foto di Camilla Pini 
Ringraziamenti/1: non ringrazierò mai abbastanza Silvia, che è stata al mio fianco anche nella trasferta lucchese. Dopo 28 ore in sella riabbracciare chi ami è qualcosa di meraviglioso. 

Ringraziamenti/2: dietro queste 28 ore e passa di gara, dietro a questa stagione bella e tostissima ci sono anni di lavoro che non ho fatto da solo, ma insieme a tante persone. Ne cito qualcuna che per questo percorso è stata fondamentale:
  • be.bike: Paolo è il meccanico che tutti vorrebbero. 
  • Total Sport Lab: Cesare è il mio biomeccanico e preparatore da anni. Non solo tabelle e misure, ma una lunga strada fatta insieme, watt dopo watt. 
  • Orbea: per aver pensato e prodotto una bici che mi fa sentire come un pesce nel mare. Il nome che ho dato alla mia Orca OMX non è casuale: l'ho chiamata Serenity.
  • FTM: la mia squadra.
  • Marcello Bergamo: i loro bibs sono gli unici che uso in gara.
  • Garmin: è solo grazie al 530 se non mi sono preso quasi mai.

giovedì 22 luglio 2021

L'ultimo podio? - MF Il Canestrello e MF Andrea Noè

Ho un bel po' di cose da raccontare su queste ultime settimane, quindi sarò sintetico e schematico.

Le Mediofondo 

Il sesto e il settimo appuntamento del Gran Trofeo Mediofondo, andati in scena a Cigliano e Oleggio, non sono andati affatto male. Salite molto diverse tra loro ma risultati simili: un 20° e un 17° posto assoluti, un 4° ed un 3° di categoria. Niente male in una specialità così esplosiva, con tratti cronometrati di meno di 15 minuti. Domenica andrà in scena l'ultimo atto di questo campionato divertente, ben organizzato e partecipatissimo, con oltre 300 iscritti alle ultime prove. Purtroppo io non potrò esserci: quello del weekend appena passato, insomma, potrebbe essere stato l'ultimo podio della stagione, a meno di un difficile exploit all'UltrApuane.

Gli allenamenti

L'ultimo mesociclo è stato parecchio impegnativo, non tanto per le ore in sella (poco più di 14 a settimana) quanto per l'intensità dei lavori specifici e per il caldo. Ho davvero fatto di tutto per abituarmi alle temperature che molto probabilmente troverò in Toscana e continuerò a cuocermi al sole anche nelle prossime settimane. Credo comunque di essere riuscito a salire ancora un pochino con la condizione, e forse per la prima volta riuscirò a raggiungere un secondo picco di forma in vista del finale di stagione. Sarebbe bello, significherebbe che ho sconfitto la mia pigrizia... 

Le ospitate

Qualche giorno fa, per la prima volta, sono stato ospite ad un evento, con la Proloco di Sesto Calende che mi ha scelto come testimonial per la presentazione di un bel progetto legato a bici, turismo e promozione del territorio. Sono stato molto contento di partecipare e spero di poter ripetere l'esperienza in altre occasioni. Magari non potrò raccontare di grandi vittorie, ma sono sicuro che il mio percorso sportivo possa essere interessante: non dimentichiamoci che nel 2015, alla mia prima granfondo, ero arrivato ultimissimo... Il fatto che un brocco come me sia riuscito a concludere la Race Across Italy e a portare a casa qualche podio nelle gare di ultracycling può sicuramente costituire un buon esempio: c'è speranza davvero per tutti!

Di qui a Lucca e verso l'autunno

Fino a settimana prossima ho in programma qualche giorno di scarico, quindi penserò solo a riposarmi, con due o tre uscite davvero minimal. Poi mi aspettano 3 settimane di avvicinamento all'UltrApuane, con qualche ora in più in sella. Tornerò a fare un po' di salita, dopo un mese e mezzo dedicato soprattutto alla pianura: Sette Termini, Alpe Tedesco, Colma... Ho già in mente parecchi giri e come sempre passo ore ed ore su Strava a studiare i percorsi.
Al di là del risultato che potrei raggiungere non vedo l'ora di essere a Lucca: inizio già a sentire quel mix di adrenalina e paura che mi solletica le sinapsi quando cerco di superare i miei limiti. Sono proprio queste sensazioni i premi più importanti per me: non le medaglie e i trofei, ma quella trentina di ore in sella, il silenzio della notte e l'emozione dell'alba tra le montagne. 
Inizio anche a presagire il vuoto in cui mi sentirò immerso all'inizio dell'autunno, in quel periodo senza gare né allenamenti specifici che precede l'inizio della nuova stagione. Per fortuna ho già un paio di idee per riempirlo: un test da 3 o 4 giorni in stile TransAm prima, e una bella vacanza al mare poi. Ma senza bici, per una volta! 

mercoledì 30 giugno 2021

A qualcuno piace caldo

Ho un rapporto altalenante con il caldo. Alcuni anni lo amo, e non vedo l'ora di passare le ore ad abbrustolirmi sotto al sole, alcuni anni proprio non lo sopporto, e aspetto con ansia il fresco dell'autunno. In bici non è facile convivere con le temperature bollenti, soprattutto quando si tratta di gareggiare per 12, 24 o più ore. Ne ho avuto la prova l'anno scorso all'UltrApuane: le prime ore di gara, nel torrido pomeriggio toscano, sono state terribili.
Anche quest'anno sarò al via di Lucca, a fine agosto, ma sul percorso da 600km invece che su quello da 310: un motivo in più per non farmi trovare impreparato. Così in queste prime settimane estive mi sto abituando alle alte temperature e all'umidità: cerco di allenarmi nelle ore centrali della giornata e mi sciroppo almeno un'uscita a settimana da 6-8 ore nelle pianure tra Piemonte e Lombardia, dove non c'è ombra e il calore che sale dall'asfalto sembra volerti scogliere. 
Eppure la bassa bollente ha il suo fascino: paesini sperduti, strade deserte, campi verdissimi e le montagne, là in fondo, che sembrano un miraggio. In queste prime uscite estive ho esplorato soprattutto il novarese, la Lomellina e quella terra per me ignota che sta tra Voghera e Alessandria, con temperature tra i 32 e i 38°C. Ho pedalato piano (tranne nei rari momenti in cui mi toccavano dei lavori specifici), senza fretta, e ho trovato delle belle sensazioni, parecchio diverse da quelle a cui sono abituato: ancora una volta sono uscito dalla mia comfort zone, ma stavolta, per così dire, da una porta laterale.
Credo che per le prossime settimane continuerò così: almeno una volta a settimana ho bisogno di relax e soprattutto di qualche ora a bassa intensità, visto che per il resto ho di fronte a me un ciclo di allenamento parecchio impattante e focalizzato sugli alti regimi.
Domani andrò a Santhià, una cittadina a cui ho girato intorno tante volte, ma che non ho mai toccato. Unico obiettivo: tappare un'altro buco nella mia heatmap o, in altre parole, scoprire qualche posto nuovo. Domenica invece sarò più o meno nella stessa zona, ma per gareggiare: andrà in scena la sesta prova del Gran Trofeo Mediofondo, questa volta con partenza da Cigliano e tratto cronometrato lungo l'ascesa al Sacro Monte di Belmonte. 
Garetta, ripetute, lungo ma non troppo: in fondo non è affatto male, questa routine estiva...

mercoledì 23 giugno 2021

Onestà e felicità - MF del Nebbiolo

Domenica, alla Mediofondo  del Nebbiolo, è successa una cosa che mi ha fatto riflettere.
La gara, come sempre nel Gran Trofeo Mediofondo, consisteva in una scampagnata di circa 90 km, con un tratto cronometrato ai fini della classifica, nello specifico la salita che da Arola porta al passo della Colma, tra il Lago d'Orta e la Valsesia. 
A volte può capitare che il sistema di cronometraggio faccia cilecca: succede di rado, ma un atleta può trovarsi senza tempo perché il chip che ha sulla bicicletta non viene rilevato dal sistema. Ancora più di rado può succedere che il tempo sia sbagliato, magari per un errore di lettura del chip. Non avevo mai sentito, però, di un caso in cui il tempo, rilevato erroneamente, fosse plausibile e addirittura permettesse al fortunato ciclista in questione di passare in prima posizione, con pochi secondi di vantaggio sul secondo. Ecco, questo è proprio quello che è successo a me domenica. Ho affrontato il Passo della Colma molto bene per i miei standard: il mio Garmin ha segnato 24 minuti e 28 secondi, un tempo per me decisamente buono. Peccato che, una volta pubblicate le classifiche, il mio 24 e 28 si sia trasformato in un 21 e 54, facendomi risultare in prima posizione assoluta con una ventina di secondi di vantaggio sul secondo. 
Appena ho visto il risultato mi sono fatto una risata, sono andato al tavolo dei cronometristi e ho spiegato che erano stati un po' troppo buoni con me. Nel giro di qualche minuto il mio tempone si è ridimensionato, e la mia prima posizione si è trasformata in una più veritiera diciottesima.
Non mi aspettavo, però, quanto accaduto dopo. Parecchi dei miei "avversari" (le virgolette sono d'obbligo) mi hanno fatto i complimenti e addirittura ringraziato per l'onestà. Sono rimasto in po' interdetto quando uno di loro mi ha detto che molti altri non avrebbero fatto come me. Veramente? mi sono chiesto, e pesandoci bene, purtroppo, la risposta è .
Sul subito ho archiviato la cosa, e mi sono goduto il post gara, dato che la quarta posizione di categoria mi dava accesso all'ultimo posticino tra gli atleti premiati. Poi, a casa ho ripensato a quanto successo.
La prima considerazione che ho fatto è che non credo di essere stato onesto. Credo che sia normale non rubare un piccolo momento di festa a chi se lo merita più di me: al massimo sarebbe stato disonesto fare finta di niente. 
Ma c'è dell'altro: se non ho fatto finta di niente è stato perché ero già più che soddisfatto della mia gara. E se fosse andata male? mi sono chiesto, se avessi chiuso cinquantesimo con un tempo di mezz'ora? Beh, sarebbe stato lo stesso. Sarei stato comunque soddisfatto e sereno. Fare sport per me è come costruire una casa: ci sono gare che rappresentano un piccolo mattoncino e gare con cui costruisco un'intera parete; allenamenti che valgono quanto una trave portante e sedute che rappresentano poco più di una piastrella. Anche quando le cose vanno male, anche quando sbaglio, quando cado, quando mi faccio male, cerco di imparare qualcosa: si tratta sempre di costruire, mai di demolire.
Ogni mio risultato, buono o cattivo, lo vivo come una conquista, come un altro tassello del puzzle, compreso questo 18°ass. - 4°M2, come ho scritto, con un pizzico di orgoglio, su Strava.
In definitiva, ancora una volta, posso dire di essere una persona fortunata: mi viene naturale vedere il lato positivo delle cose, mi riesce bene lavorare per essere sereno. Forse non avrò i watt necessari per vincere una gara e sicuramente sono ancora un pivello nel mondo dell'ultracycling, ma quanto a serenità e atteggiamento positivo sono davvero al top.
Allenarsi e competere nell'ultraendurance mi ha dato un grande boost, da questo punto di vista: se ti trovi ad affrontare una salita con pendenze in doppia cifra dopo 500km, sveglio da 24 ore, magari al freddo e sotto l'acqua, un solo pensiero negativo sarebbe sufficiente a farti dire Basta, mollo tutto e torno a casa! Ogni km fatto, invece, ogni metro guadagnato, ogni pedalata in più, devi riuscire a goderteli come fossero piccole vittorie.
Perché è vero che raggiungere i propri obiettivi rende felici, ma è più vero il contrario: se vuoi farcela, devi prima imparare ad essere felice. 

venerdì 18 giugno 2021

Caldo e relax - MF Riso&Vino

A metà giugno, con l'estate alle porte e il caldo che è già arrivato, è il momento di un bilancio, almeno in formato mignon. L'obiettivo principale dell'anno, cioè arrivare in fondo alla Race Across Italy, l'ho raggiunto, quello secondario della Romagna Ultra Race pure.
E adesso? Adesso mi rilasso. La terza ed ultima gara di ultracycling del 2021 è in calendario per fine agosto: i 600 km dell'UltrApuane possono diventare la ciliegina sulla torta di una stagione già memorabile, anzi la ciliegina sulla ciliegina visto che a Forlì è arrivato addirittura il podio.
Ho quasi 11 settimane prima della gara di Lucca e sicuramente ne investirò ancora una o due nel riposo. Poche ore in bici, poche salite, un po' di palestra e tanto relax. Ho già iniziato a godermi i piattoni col giro di ieri: 170 km in tutta tranquillità tra le risaie e i campi dall'Alto Milanese e della Lomellina, posti che tutti snobbano ma che a me piacciono tantissimo. E con 34° c'è anche il bonus di abituarsi al caldo, che non è una cosa da poco, con l'estate che incombe.
Nel relax di queste settimane ci saranno anche le solite cronoscalate del Gran Trofeo Mediofondo. A proposito, domenica a Trino Vercellese è andata in scena la MF Riso&Vino, con salita cronometrata da 4 km, molto veloce. Sette giorni dopo la RUR e tre dopo la seconda dose di vaccino non ero proprio al top, ma ci ho provato lo stesso ed è andata meno peggio del previsto: 33° assoluto su circa 220 atleti e 6° tra i 19 M1 in classifica. Silvia, ancora sul podio, ha chiuso terza tra le W1. Si replica questa domenica, con la MF del Nebbiolo. La salita che deciderà la classifica è una delle mie preferite, la Colma da Arola, 8km al 5,5%. So già che ne prenderò tante, ma il piacere di ritrovare l'atmosfera familiare e rilassante di queste gare vince sulla mia avversione a qualsiasi sforzo tra la Z3 alla e la Z6...



venerdì 11 giugno 2021

Sorprese - Romagna Ultra Race

La foto qui di fianco dice tutto: quando ho avuto tra le mani il trofeo della RUR600 per il 3° tra i self supported, non ci credevo, anche se erano già passate tre ore dal mio arrivo a Forlì, dopo 591 km e quasi 11000 metri di dislivello. È stata una gara piena di sorprese: non voglio essere troppo prolisso, quindi cerco di fare un elenco.

Andare forte, si può
Dopo una Race Across Italy affrontata all'insegna del risparmio energetico, questa volta ho menato parecchio. Non è una cosa che mi riesce facile: mentalmente mi sento molto più a mio agio ad andature tranquille, e mi riesce più facile risparmiare watt mettendomi in posizione aerodinamica piuttosto che guadagnare secondi spingendo forte in salita. In questa gara ho abbandonato la mia comfort zone e ho pensato solo a dare il massimo. Alla fine delle prime 6 ore ero a 219 watt medi normalizzati, un'enormità per i miei standard, e i dati che trovate in fondo a questo post, se paragonati a quelli che potete vedere in merito alla RAI, parlano chiaro: qualche decina di watt in più. Questa è stata la prima sorpresa: basta un po' di forza di volontà, e si può andare forte.

Posso fidarmi di me stesso
Silvia (la mia compagna nella vita e nello sport, per chi non lo sapesse) era un po' perplessa dal mio umore man mano che la gara si avvicinava. Sembra che stai andando a fare una mediofondo, mi aveva detto. In effetti la RUR non mi preoccupava per niente. Da quando ho superato gli 800 km della Race Across Italy, tutto il resto mi sembra una passeggiata. Ho gestito l'avvicinamento alla RUR senza patemi d'animo: era una gara corta, nella mia testa. In passato ogni volta che mi capitava di ragionare così mettevo in moto una serie di pensieri di sicurezza, per evitare di sottovalutare la prova che avevo davanti. Questa volta no, questa volta ho dato libero sfogo all'istinto e ho fatto bene: i pensieri di cui ho bisogno adesso non sono quelli cautelativi che ho sfruttato finora. Ho bisogno di pensare che 600km siano davvero pochi per me. Ho bisogno di credere in me stesso, perché nei prossimi anni voglio alzare il tiro, e parecchio. Eccola qui, la seconda sorpresa: se credo in me stesso le cose possono anche andare bene. Ed è maledettamente liberatorio avere il coraggio di dire: Sì, ce la posso fare.

Le salite romagnole
In tanti mi avevano detto che questa gara era tosta, senza respiro, con molti strappi cattivi. Così cattiva, però, non me l'aspettavo: circa 25 salite, innumerevoli rampe, discese tecniche rese ancora più infide dal vento e dall'asfalto, a tratti in pessime condizioni. Che poi non sono salite normali, queste: un'ascesa da 2 km al 7%, qui, è spesso fatta da quattro o cinque strappi al 12 o 15%, seguiti da tratti quasi pianeggianti. Robe che dovrebbero essere illegali. Le sorprese, in questo senso, sono state innumerevoli, sotto forma di decine e decine di strappi in doppia cifra, che saltavano fuori quando meno te lo aspettavi. 

Meglio male!
Uno dei personaggi più sderenati di Maccio Capatonda cantava Non va bene se le cose vanno bene: MEGLIO MALE! Ecco, paradossalmente questo passaggio intriso di poesia e saggezza funziona molto bene per me. Di base mi piacciono la pianura, le dolci colline e il clima mite. Non mi piacciono le montagne, non mi piace pedalare al freddo e odio pedalare al caldo. Se piove sto al riparo in soggiorno, e mi alleno sui rulli: a  differenza di molti altri ultracyclist da questo punto di vista sono parecchio pigro. Eppure in gara sono sempre le condizioni più estreme a farmi guadagnare minuti e posizioni. Sono andato fortissimo sotto al diluvio del Montello, lo scorso anno. Vado forte di notte e, sempre nel 2020, ho superato 5 o 6 concorrenti sulle terribili rampe del Fedaia, al buio, durante la Dolomitica 380. La sorpresa, in questo caso, è stata ancora più grande: la combo caldo torrido e salite brutali mi ha esaltato e, nonostante un certo grado di sofferenza, nella seconda metà di gara ho guadagnato tanto su chi mi seguiva e raggiunto alcuni di quelli che mi stavano davanti.

Posso giocarmela
Prima di farle, queste gare, le seguivo da casa, con passione e facendo il tifo per questo o per quello. Molti degli atleti che seguivo, ora li  ritrovo ai nastri di partenza insieme a me: gente che mi sembrava inarrivabile, alieni. Ancora l'anno scorso, partecipando alle ultrafondo (che rappresentano un po' la categoria di accesso al mondo dell'ultracycling, su distanze tra i 300 e i 400 km), guardavo chi primeggiava nelle gare più lunghe con un misto di timore e reverenza. La sorpresa è stata scoprire che invece me la posso giocare proprio con quegli alieni. Perché sono arrivato terzo tra i self-supported, ma addirittura quarto assoluto, battendo tutti i concorrenti con auto al seguito tranne uno dei più forti in Europa, l'austriaco Edward Fuchs.

Insomma, che dire? Che mi serviranno un paio di settimane per metabolizzare tutte queste sorprese, e che non vedo l'ora di puntare più in alto. Più forte e più lontano, questo è lo spirito dell'ultracycling.
Intanto mi godrò un po' di relax, con poche ore in bici, tanta pianura e un paio di cronoscalate, a partire dalla MF Riso&Vino di domenica 13. Come sempre, qui sotto vi lascio tutti i dati della mia Romagna Ultra Race, che potete trovare anche seguendomi su Strava:
  • Lunghezza: 591,59 km
  • Dislivello: 10698 m
  • Altitudine massima: 1328 mslm
  • Tempo totale: 27h22m50s
  • Tempo in sella: 25h17m20s
  • Velocità media: 21,6 km/h
  • Velocità media sul pedalato: 23,4 km/h
  • Velocità massima: 67,0 km/h
  • Potenza media: 154 W 
  • Potenza media normalizzata: 190 W
  • Potenza massima: 945 W
  • Bilanciamento: 52,2% D - 47,8% S
  • Frequenza cardiaca media: 136 bpm
  • Frequenza cardiaca massima: 181 bpm
  • Cadenza media: 78 rpm
  • Consumo calorico: 14086 KCal
  • Frequenza respiratoria media: 28 brpm
  • TSS: 1125
PS: per capire quanto sono rimasto stupito da questa gara, a questo link trovate il video della mia intervista all'arrivo. 








martedì 1 giugno 2021

Conti in sospeso - MF Gli Aironi

Dopo la batosta di settimana scorsa sono tornato, a testa bassa, ai nastri di partenza di una cronoscalata del Gran Trofeo Mediofondo. Volevo capire se ho ancora la possibilità di togliermi qualche soddisfazione in questo tipo di competizioni, perfette per sostituire, tra una gara di ultracycling e l'altra, alcune sedute di allenamento con qualcosa di più divertente delle solite ripetute.
Stavolta, alla Mediofondo Gli Aironi, è andata bene: un po' perché ho portato Betty, la bici più leggera che ho, un po' perché la salita era di quelle dove mi difendo meglio, con strappi in doppia cifra alternati a tratti quasi pianeggianti. Certo, 10 minuti a tutta sono comunque una sofferenza, ma non mi posso lamentare: tra i 19 M2 presenti ho chiuso 2°, con un 21° posto assoluto sui 212 atleti al traguardo. Niente male.
Il ritorno, dopo il tratto competitivo, è stato comico: insieme a Silvia e Sergio abbiamo sbagliato strada e allungato di almeno 15km rispetto al previsto. Risultato? L'ultima ora  di pedalata si è trasformata in una specie di cronosquadre, per tentare di arrivare in tempo alle premiazioni. Ce l'abbiamo fatta per un pelo, scendendo dalla bici proprio mentre chiamavano Silvia sul podio: anche lei seconda, tra le W1.

Sistemato il conto in sospeso con le mediofondo, ora tocca a quello con la Romagna Ultra Race. L'anno scorso avrei dovuto affacciarmi al mondo dell'ultraendurance proprio alla RUR310, ma il covid ha rovinato i miei piani. Questo weekend sarò al via della RUR600, la versione full da 600km e 11000m di dislivello. Partenza prevista per sabato 5, alle 8.24 del mattino. Obiettivo? Arrivare in fondo, mettendo in pratica quello che ho imparato alla Race Across Italy



domenica 23 maggio 2021

Dalle stelle alle stalle - MF del Monferrato

Dopo un anno di stop causa covid, siamo tornati a gareggiare nelle cronoscalate del Gran Trofeo Mediofondo. Bello rivedere i gruppi di ciclisti sfidarsi tra le colline, bellissimo ritrovare l'atmosfera rilassata e leggera di questo campionato sempre organizzato in modo impeccabile.

Quanto alla mia gara non è andata proprio alla grande, anzi... Nel 2019, quando mi allenavo ancora per le granfondo e non solo per l'ultracycling, in queste competizioni me la cavavo benino, finendo quasi sempre sul podio di categoria e ogni tanto tra i primi 15 della classifica assoluta. Oggi ho fatto pena: 7° tra gli M2 e addirittura 37° assoluto su circa 230 atleti. E dire che la salita cronometrata era pure di quelle che mi piacciono: 3.8 km e 5% di pendenza media. Non solo: affrontandola ho avuto l'impressione di andar bene ed ero convinto di aver ottenuto un tempo da podio di categoria. Invece no, e mi sta bene: mi sto abituando un po' troppo ad avere successo in quello che faccio, e una buona dose di umiltà non può che essermi utile. Lezione per il futuro: You can't always get what you want, come cantava Mick Jagger. 

E poi è bello mettermi alla prova in una specialità che è praticamente l'opposto di quella che ho scelto di praticare: di solito tutti mi chiedono come faccio a stare per così tante ore in bici, oggi sono io che, parecchio stupito, mi chiedo come facciano gli specialisti di questo tipo di gare ad andare così forte per 8 o 10 minuti.

Note positive? Ce ne sono. I bei paesaggi del Monferrato, le chiacchiere con un po' di compagni di pedalate che non vedevo da tempo, e le prestazioni dei miei compagni di squadra, che in questo caso era più che altro una famiglia allargata. La mia Silvietta si è portata a casa un 2° posto tra le W2, mentre Sergio, il mio giovanissimo fratellino, ha chiuso la sua seconda gara nella prima metà della classifica. Bravi! 

Prossimo appuntamento a Lignana, tra 7 giorni, stessa formula e più o meno stesse colline: mi consolo pensando che, per me, non può andare peggio. O forse sì?


PS: un abbraccio a Davide Lorè, vittima di una caduta rovinosa. Riprenditi in fretta, tornerai più forte di prima!

PPS: Come sempre su Strava trovate questa e tutte le mie altre attività!

martedì 18 maggio 2021

La gara che sognavo - Race Across Italy

Non sto a ripetere quanto ho atteso la Race Across Italy e quante volte ho sognato il traguardo di Silvi. Sarà che sono un tipo emotivo, ma questa gara ha mandato in tilt la mia sensibilità: già da parecchie settimane, immaginandomi al via, mi veniva la pelle d'oca, e mi si inumidivano gli occhi. Ero un po' preoccupato da questa deriva piagnucolante: correvo il rischio di trovarmi in lacrime al via e poco lucido in corsa... 
Invece sono arrivato sulla pedana di partenza rilassato e concentrato, già del tutto immerso in quello stato di calma e controllo che gli anglosassoni chiamano flow: concentrato, focalizzato sul momento e sopratutto completamente libero da altri pensieri.
È proprio questa sensazione la cosa che amo di più del ciclismo estremo, e mai come alla RAI l'ho ritrovata. Ancora una volta, a dispetto della fatica, ho corso col sorriso dall'inizio alla fine. 
Se escludiamo un problema al menisco mediale sinistro, risolto con una rapida sistemazione di una tacchetta fuori asse, la mia RAI è filata via liscia come l'olio. Nessuna crisi, nessun problema di navigazione, zero sonno e un sacco di buon umore. Qualche sbalzo di temperatura inaspettato, tanto vento, certi strappi un po' troppo cattivi, ma nulla di impossibile da affrontare.
Certo, ho corso in modo molto conservativo e parecchio prudente: un filo di gas in salita, steso sulle appendici senza pedalare ad ogni accenno di discesa e tante, tante pause: quasi 5 ore su poco meno di 38 totali. Mi sono concesso anche 45 minuti di microsonno alla seconda Time Station. Avrei potuto evitarmeli, ma volevo essere sicuro di portare a casa la gara e, senza esperienza su distanze come questa, direi che va bene, anzi benissimo così.
Cosa mi resta, di questa folle doppia traversata dell'Italia? Restano i paesaggi assurdamente belli di un territorio che non conoscevo e che mi ha stregato. Restano le chiacchiere scambiate con Alan e Brambo di GCN Italia, che su questa gara realizzeranno un documentario. Resta l'adrenalina di  quelle discese lunghissime, che sembrano non finire mai, e resta la gioia degli ultimi km, dell'arrivo al buio, dell'abbraccio con Silvia.
Ho chiuso 11° su 22 atleti self-supported e 36° sul totale di 78 partenti, ma questa volta anche per un fissato con le statistiche come me la classifica conta poco.
Da sabato scorso, dalla conclusione di questa avventura lunga 793 km, per me si è aperto un capitolo nuovo: con la RAI ho chiuso un ciclo che è durato 6 anni, più di 80000km e qualche migliaio di ore in sella. 
Il mio sogno l'ho realizzato, adesso si tratta di puntare a nuovi obiettivi, a nuovi traguardi da raggiungere. Ho già parecchie idee: perché, anche se di sicuro non sarò mai un vincente in questa disciplina, so di poter migliorare parecchio. E poi, questa è la cosa più importante, non credo di poter fare a meno delle sensazioni che ti regala questo sport: 38 ore col sorriso non te le dimentichi facilmente e, per quanto può sembrare assurdo, ne avrei fatte volentieri altre 38.

PS: Resto comunque un maniaco delle statistiche. Ecco qui quelle della mia Race Across Italy, che trovate anche su Strava:
  • Lunghezza: 793,25 km
  • Dislivello: 10721 m
  • Altitudine massima: 1590 mslm
  • Tempo totale: 37h55m
  • Tempo in sella: 33h precise 
  • Velocità media: 20,92 km/h
  • Velocità media sul pedalato: 24,03 km/h
  • Velocità massima: 71,6 km/h
  • Potenza media: 129 W (troppo pochi!) 
  • Potenza media normalizzata: 163 W
  • Potenza massima: 860 W
  • Frequenza cardiaca media: 133 bpm
  • Frequenza cardiaca massima: 175 bpm
  • Cadenza media: 77 rpm
  • Consumo calorico: 15342 KCal
  • Frequenza respiratoria media: 28 brpm
  • TSS: 1078

PPS: Parliamo di quelli che vanno forte. Tra i supported si sono visti tempi sotto alle 27 ore, tra i self sotto le 30. Complimenti a:
  • Rainer Steinberger, Stanislav Verstovsek e Jean-Luc Perez, che compongono il podio degli atleti supported. Rainer è anche il nuovo campione europeo 500 miglia.
  • Jochen Böhringer, Tommaso Bovi e Lorenzo Micheli, i top 3 tra i self-supported. I miei competitor, insomma, che ridere! 
  • Olena Novikova e Dorina Vaccaroni, uniche donne supported al traguardo. Olena è la nuova campionessa europea 500 miglia. 
  • Anna Bachman unica donna self-supported al traguardo.
  • Menzione speciale per i miei amici Walter Tortoroglio, 8º tra i supported e qualificato per la Race Across America e Olli Korhonen, 8º tra i self-supported. 
  • Menzione specialissima per Paolo Botti e Alessandro Lanfranconi, che hanno portato a termine la RAI2020: totalmente unsupported, con 5 check point da toccare e percorsi da oltre 2000km.

PPPS: Il prossimo appuntamento è già fissato: Romagna Ultra Race, Campionato Italiano Ultracycling. 600km, 12000m di dislivello. Prima farò un paio di cronoscalate del circuito GT Mediofondo, giusto per cambiare un po'. 

giovedì 6 maggio 2021

La mia vittoria


Alla fine eccomi qua, a poche ore dal via della Race Across Italy. L'ho già detto tante volte quanto è importante per me questa gara, e non starò a ripeterlo.
Come mi sento? Con 790km e più di 10000m di dislivello ad attendermi dovrei essere teso, agitato, preoccupato. Nulla di tutto ciò. 
Non so se riuscirò a portare a termine una prova così dura, ma poco importa, perché da qualche giorno ho realizzato una cosa importante: io la mia gara l'ho già vinta. I 790 km della RAI sono solo la ciliegina sulla torta: la vera sfida è stata arrivare fino a qui.
Preparare questo tipo di competizioni può essere difficile fisicamente, ma il lavoro più duro è quello mentale. Devi imparare a credere in te stesso. Devi tirare fuori una forza di volontà di ferro. Devi riuscire a ragionare in modo diverso e positivo, al punto che l'allenamento spesso sconfina nella meditazione.
Se penso alla persona che ero 4 o 5 anni fa non mi riconosco. L'ultracycling mi ha cambiato, e in meglio: ho sempre avuto poca autostima, e ho scoperto di avere delle potenzialità insperate. Sono sempre stato uno che si arrendeva in fretta, ora sono uno che non molla. Ho sempre avuto un'indole ossessiva e un po' depressa: in questi anni ho capito di non poter controllare tutto, e mi sono allenato, in fondo, ad essere sereno.
Tre anni fa la Race Across Italy era solo un sogno. E ora ho capito che, per essere felici, serve proprio credere nei sogni.


PS: Potete seguire la gara live a questo link:


Sarà possibile visualizzare la posizione dei partecipanti sul percorso e la classifica in tempo reale.
La mia partenza è fissata per le 9.38 di venerdì mattina.

lunedì 12 aprile 2021

Ansia e trepidazione


Nel mio ultimo post ho esagerato con l'ottimismo, e ho parlato troppo presto: le gare del Gran Trofeo Mediofondo previste in questo periodo sono state rimandate, e anche la Race Across Italy è stata posticipata di una settimana. La nuova data è il 7 maggio. Tra poco, anzi pochissimo. 24 giorni e sarò al via della gara che sogno dal 2015 e che preparo da due anni.
Non sono mai stato uno che sente la pressione, prima di un evento: più o meno cerco sempre di farmi un'idea realistica di quali sono le mie potenzialità. Il fatto di non avere una grande autostima, poi, fa sì che sottovaluti costantemente le mie chance, così spesso le cose vanno molto meglio di quanto avessi previsto. Anche se non sarò mai un vincente, insomma, sono sempre sereno e soddisfatto, prima, durante e dopo una competizione.
Questa volta però la tensione la sento eccome, e non solo perché si tratta di una gara così importante, in senso assoluto e personale. Sono teso perché tutte le competizioni che ho affrontato finora, compresa quella meravigliosa sagra del masochismo che è stata la Dolomitica 380, erano sfide che sapevo bene di poter gestire: 20 ore in bici sono un conto, 36 (se va bene) o 46 (se le cose si mettono male) sono tutta un'altra storia. Se nelle gare dell'anno scorso potevo sperare in un buon piazzamento, qui al massimo posso sperare di vedere il traguardo. Sarebbe già un successone.
Per la prima volta, quando l'altro giorno ho realizzato che mancava solo un mesetto al via, sono stato a un passo da un attacco di ansia, col cuore a mille e la testa che scoppiava. Ma poi, complice una mezz'ora di Yoga, ho visto tutto in un'altra prospettiva: non manca poco alla sfida più difficile di sempre, manca poco alla realizzazione di un sogno. È strano quanto le cose cambino in fretta: prima ero nel panico, dopo mezz'ora non vedevo l'ora di partire!

Sentimentalismi a parte, gli allenamenti vanno avanti, e non posso chiudere senza qualche aggiornamento statistico. A marzo 1839 km e 16350 metri di dislivello in 64 ore e 25 minuti in sella. Ad oggi, da inizio anno, sono a oltre 200 ore di bici (quasi 6000 km), 31 ore di pesi e 28 di Yoga. Insomma, tutto quello che posso fare lo sto facendo! 

martedì 23 marzo 2021

Tra vaccini e mediofondo

Alla fine è passato un anno. Un anno dall'inizio della pandemia, un anno in cui morti e crisi economica hanno messo in secondo piano, giustamente, cose come la bici.
Iniziare la nuova stagione con determinazione non è stato facile: perché investire energie fisiche e mentali in un piano di allenamento quando c'è così tanta incertezza?
Tutto sommato ho resistito bene allo stress da covid: non ho mollato il colpo e la preparazione per la Race Across Italy è in dirittura d'arrivo, con le gambe che iniziano a girare bene. Ancora non ci sono certezze sulla possibilità di disputare la gara clou dell'anno, ma sono ottimista. 
Nel frattempo è praticamente certo che le altre gare in programma, quelle del GT Mediofondo, si faranno: come gare di interesse nazionale sono al riparo da eventuali cancellazioni, ma non essendo eventi di caratura internazionale come la RAI (che qualifica per la Race Arcoss America ed è Campionato Europeo 500 miglia), non sono soggette alle regole davvero stringenti di questi eventi. Dovrei riuscire a partecipare a 6 o 7 prove del Gran Trofeo, e poco importa se queste gare non sono tra quelle prioritarie nel mio calendario: tornare ad attaccare il numero sarà comunque bellissimo. 
Domani, poi, arriva il vaccino: a mezzogiorno farò la prima dose di Astrazeneca. Sono rimasto molto stupito dalla reazione emotiva che ho avuto dopo la telefonata che mi annunciava l'appuntamento: un mix di euforia e gioia che non mi aspettavo proprio. Perché, in un certo senso, questo è il primo passo verso una nuova normalità: una luce in fondo al tunnel.

martedì 9 marzo 2021

300 km tra i laghi

Alla fine il momento del primo vero lungo è arrivato. In gergo un allenamento come quello di questa domenica si chiama crash training: una sessione che alza di molto l'asticella e che è capace di provocare un vero e proprio shock. Se seguito da un adeguato periodo di recupero, un allenamento del genere dovrebbe farti fare un bel passo avanti nella preparazione.
A leggere queste cose si capisce che la teoria la conosco bene: è la pratica quella che mi manca. Perché, anche se non sono nuovo a queste distanze, mettermi in sella con l'idea di stare in bici per 12 ore mi fa ancora correre un brivido lungo la schiena. Sono molto lontano da certi atleti con cui mi è capiato e mi capiterà di gareggiare: gente che a questo punto dell'anno ha macinato 6-7000km, con decine di uscite oltre i 250. Io sono ancora a poco meno di 4000km, con solo 4 sessioni sopra i 200: niente male, ma chi va forte davvero è su un altro pianeta.

In ogni caso domenica mi sono messo in bici, alle 6 del mattino, e ho chiuso il mio allenamento alle 19 e 15. Poteva andare meglio, poteva andare peggio. Sicuramente non mi è capitata una giornata facile, con temperature sotto zero per le prime ore e una condizione non proprio riposatissima, al termine di una settimana con poche ore in bici, ma parecchi lavori ad alta intensità. 
E poi mi sono reso la vita difficile... Ho iniziato con una sessantina di km in pianura verso l'Alto Milanese, dove faceva ancora più freddo e dove ho tenuto per forza di cose una media parecchio bassa rispetto al previsto. Sulle basse colline tra varesotto e comasco le cose non sono andate meglio, e ho iniziato a scaldarmi solo salendo verso l'Alpe Tedesco, che ho affrontato da un versante inedito e parecchio duro. Poi tanta collina, con molti strappi antipatici, primo tra tutti quello di Morosolo. 
A metà allenamento o poco più la traccia che avevo preparato ripassava da casa: pranzo veloce, recupero scorte di gel, barrette e maltodestrine, e via, dopo 30 minuti spaccati. Ancora colline, con tanti falsipiani (non facili da trovare dalle mie parti), la valle del Teresa (freddissima) e tre salite  culminate con il Villaggio Olandese in una variante molto più dura di quella che scelgo di solito. Tra il 200° e il 240° km ho avuto un momento di leggera crisi, ma poi le cose sono andate meglio, soprattutto sul finale, col tramonto in riva al lago.

Mi sono passati per la testa tanti pensieri, positivi e negativi: le prime ore al freddo non sono state affatto facili e hanno condizionato molto il resto del giro, ma alla fine non posso lamentarmi. Come sempre, una volta arrivato a casa, ho pensato che, se fossi stato alla Race Across Italy, avrei avuto davanti altri 475 km... Ma a pensarci bene, viste le difficoltà che ho superato in questi 300, mi viene in mente la frase di Mel Brooks in Frankenstein Junior: "Sì può fare!!!"

PS: come sempre trovate questo e tutti i miei allenamenti su Strava

mercoledì 3 marzo 2021

I miei piani di riserva

E se le cose andassero male?

Questa è una domanda che mi faccio spesso, soprattutto in un momento di incertezza come come questo. Non soltanto potrei trovarmi a non essere in grado di terminare la gara su cui punto di più,  la Race Across Italy: dietro l'angolo c'è sempre il rischio che una nuova fiammata pandemica cancelli la competizione. Qualche giorno fa c'è stata una una riunione in streaming con gli organizzatori: per ora è tutto confermato, ma in caso di zona rossa la gara salterebbe. Mancano quasi due mesi, certo, ma i dati degli ultimi giorni sono tutt'altro che confortanti. 

I dubbi ci sono, insomma, e sono parecchi, così ho elaborato una serie di piani di B, per cercare in ogni caso di tirare fuori il massimo da questa stagione.

  • La RUR: mi sono già iscritto alla Romagna Ultra Race. Se la RAI dovesse saltare o andare male potrò subito rimettermi in gioco. Se sarà andata bene beh... Partirò da Forlì full gas! 
  • L'UltrApuane: a fine agosto vorrei tornare a confrontarmi con le colline e le montagne toscane. Dopo il podio dello scorso anno sul precorso Experience da 350km, l'idea è di cimentarmi sui 600km della prova Challenge.
  • Le Mediofondo: anche se può sembrare fuori tema, vista la mia predilezione per le lunghe distanze, COVID permettendo non mi farò mancare il Gran Trofeo Mediofondo, che consiste, in sintesi, in una serie di cronoscalate con contorno dì randonnèe: competizioni di 10-30 minuti da fare davvero a tutta, in pratica quasi l'esatto opposto di quel che faccio di solito. Sicuramente non è la mia specialità, ma cambiare prospettiva fa bene. 
  • L'Year Rounder Challenge: l'ultracycling non è solo pedalare per tante ore o tanti giorni senza fermarsi; è regolarità, è costanza. Ci sono tante sfide che durano un anno intero, prima tra tutte il Challenge annuale della World Ultra-Cycling Association, che conteggia le miglia percorse durante l'anno in giri da minimo 90 miglia (145km): a 3000 miglia (4830km) si conquista la Gold Medal, a 5000 (8050km) la Platinum, e ci sono molte classifiche parziali con cui divertirsi. Nel 2020, un po' inaspettatamente, ho conquistato il traguardo più semplice (ne parlerò prossimamente in un post); quest'anno punto alle 5000 miglia. Bastano 34 uscite da 145 km, in fondo, e valgono anche i giri virtuali, quindi anche in caso di lock-down duro ci si potrà lavorare. 
  • Il PHAMR: ovvero Personal Highest Annual Miliage Record, molto più semplicemente la massima distanza annuale percorsa. Dovrebbe essere un piccolo traguardo che vien da sé, con tutto quel che ho messo a bollire in pentola. Al momento il mio best è proprio del 2020, con 17885,8km. Arriverò a 20000?
  • I rulli (ancora...): durante il lock-down dell'anno scorso Zwift è stata un'ancora di salvezza. Salire di livello, completare nuove routes e fare qualche gara potrebbero essere ottimi motivi per continuare a pedalare.
  • I social: di cose da dire ne ho tante, e nel mucchio potrebbe anche essercene qualcuna non troppo stupida. Ho un canale YouTube con parecchi iscritti fermo da quasi due anni, questo blog, Instagram e Facebook. Ecco un obiettivo che vorrei realizzare da subito: buttar giù almeno un post a settimana, anche corto, giusto per raccontare quello che faccio e non dimenticare le poche cose vagamente intelligenti che a volte mi passano per la testa. 
  • La RAI dell'anno prossimo: male che vada mi consolerò pensando che un anno in più di allenamento e di abitudine alle lunghe distanze mi porterà ad essere pronto per la Race Across Italy del 2022... Perché ci sono mille cose che potrebbero andare storte, ma una cosa è certa: io non mi arrendo!
E voi che obiettivi avete per la stagione? Ce l'avete un piano B per questo sciagurato 2021?