martedì 23 marzo 2021

Tra vaccini e mediofondo

Alla fine è passato un anno. Un anno dall'inizio della pandemia, un anno in cui morti e crisi economica hanno messo in secondo piano, giustamente, cose come la bici.
Iniziare la nuova stagione con determinazione non è stato facile: perché investire energie fisiche e mentali in un piano di allenamento quando c'è così tanta incertezza?
Tutto sommato ho resistito bene allo stress da covid: non ho mollato il colpo e la preparazione per la Race Across Italy è in dirittura d'arrivo, con le gambe che iniziano a girare bene. Ancora non ci sono certezze sulla possibilità di disputare la gara clou dell'anno, ma sono ottimista. 
Nel frattempo è praticamente certo che le altre gare in programma, quelle del GT Mediofondo, si faranno: come gare di interesse nazionale sono al riparo da eventuali cancellazioni, ma non essendo eventi di caratura internazionale come la RAI (che qualifica per la Race Arcoss America ed è Campionato Europeo 500 miglia), non sono soggette alle regole davvero stringenti di questi eventi. Dovrei riuscire a partecipare a 6 o 7 prove del Gran Trofeo, e poco importa se queste gare non sono tra quelle prioritarie nel mio calendario: tornare ad attaccare il numero sarà comunque bellissimo. 
Domani, poi, arriva il vaccino: a mezzogiorno farò la prima dose di Astrazeneca. Sono rimasto molto stupito dalla reazione emotiva che ho avuto dopo la telefonata che mi annunciava l'appuntamento: un mix di euforia e gioia che non mi aspettavo proprio. Perché, in un certo senso, questo è il primo passo verso una nuova normalità: una luce in fondo al tunnel.

martedì 9 marzo 2021

300 km tra i laghi

Alla fine il momento del primo vero lungo è arrivato. In gergo un allenamento come quello di questa domenica si chiama crash training: una sessione che alza di molto l'asticella e che è capace di provocare un vero e proprio shock. Se seguito da un adeguato periodo di recupero, un allenamento del genere dovrebbe farti fare un bel passo avanti nella preparazione.
A leggere queste cose si capisce che la teoria la conosco bene: è la pratica quella che mi manca. Perché, anche se non sono nuovo a queste distanze, mettermi in sella con l'idea di stare in bici per 12 ore mi fa ancora correre un brivido lungo la schiena. Sono molto lontano da certi atleti con cui mi è capiato e mi capiterà di gareggiare: gente che a questo punto dell'anno ha macinato 6-7000km, con decine di uscite oltre i 250. Io sono ancora a poco meno di 4000km, con solo 4 sessioni sopra i 200: niente male, ma chi va forte davvero è su un altro pianeta.

In ogni caso domenica mi sono messo in bici, alle 6 del mattino, e ho chiuso il mio allenamento alle 19 e 15. Poteva andare meglio, poteva andare peggio. Sicuramente non mi è capitata una giornata facile, con temperature sotto zero per le prime ore e una condizione non proprio riposatissima, al termine di una settimana con poche ore in bici, ma parecchi lavori ad alta intensità. 
E poi mi sono reso la vita difficile... Ho iniziato con una sessantina di km in pianura verso l'Alto Milanese, dove faceva ancora più freddo e dove ho tenuto per forza di cose una media parecchio bassa rispetto al previsto. Sulle basse colline tra varesotto e comasco le cose non sono andate meglio, e ho iniziato a scaldarmi solo salendo verso l'Alpe Tedesco, che ho affrontato da un versante inedito e parecchio duro. Poi tanta collina, con molti strappi antipatici, primo tra tutti quello di Morosolo. 
A metà allenamento o poco più la traccia che avevo preparato ripassava da casa: pranzo veloce, recupero scorte di gel, barrette e maltodestrine, e via, dopo 30 minuti spaccati. Ancora colline, con tanti falsipiani (non facili da trovare dalle mie parti), la valle del Teresa (freddissima) e tre salite  culminate con il Villaggio Olandese in una variante molto più dura di quella che scelgo di solito. Tra il 200° e il 240° km ho avuto un momento di leggera crisi, ma poi le cose sono andate meglio, soprattutto sul finale, col tramonto in riva al lago.

Mi sono passati per la testa tanti pensieri, positivi e negativi: le prime ore al freddo non sono state affatto facili e hanno condizionato molto il resto del giro, ma alla fine non posso lamentarmi. Come sempre, una volta arrivato a casa, ho pensato che, se fossi stato alla Race Across Italy, avrei avuto davanti altri 475 km... Ma a pensarci bene, viste le difficoltà che ho superato in questi 300, mi viene in mente la frase di Mel Brooks in Frankenstein Junior: "Sì può fare!!!"

PS: come sempre trovate questo e tutti i miei allenamenti su Strava

mercoledì 3 marzo 2021

I miei piani di riserva

E se le cose andassero male?

Questa è una domanda che mi faccio spesso, soprattutto in un momento di incertezza come come questo. Non soltanto potrei trovarmi a non essere in grado di terminare la gara su cui punto di più,  la Race Across Italy: dietro l'angolo c'è sempre il rischio che una nuova fiammata pandemica cancelli la competizione. Qualche giorno fa c'è stata una una riunione in streaming con gli organizzatori: per ora è tutto confermato, ma in caso di zona rossa la gara salterebbe. Mancano quasi due mesi, certo, ma i dati degli ultimi giorni sono tutt'altro che confortanti. 

I dubbi ci sono, insomma, e sono parecchi, così ho elaborato una serie di piani di B, per cercare in ogni caso di tirare fuori il massimo da questa stagione.

  • La RUR: mi sono già iscritto alla Romagna Ultra Race. Se la RAI dovesse saltare o andare male potrò subito rimettermi in gioco. Se sarà andata bene beh... Partirò da Forlì full gas! 
  • L'UltrApuane: a fine agosto vorrei tornare a confrontarmi con le colline e le montagne toscane. Dopo il podio dello scorso anno sul precorso Experience da 350km, l'idea è di cimentarmi sui 600km della prova Challenge.
  • Le Mediofondo: anche se può sembrare fuori tema, vista la mia predilezione per le lunghe distanze, COVID permettendo non mi farò mancare il Gran Trofeo Mediofondo, che consiste, in sintesi, in una serie di cronoscalate con contorno dì randonnèe: competizioni di 10-30 minuti da fare davvero a tutta, in pratica quasi l'esatto opposto di quel che faccio di solito. Sicuramente non è la mia specialità, ma cambiare prospettiva fa bene. 
  • L'Year Rounder Challenge: l'ultracycling non è solo pedalare per tante ore o tanti giorni senza fermarsi; è regolarità, è costanza. Ci sono tante sfide che durano un anno intero, prima tra tutte il Challenge annuale della World Ultra-Cycling Association, che conteggia le miglia percorse durante l'anno in giri da minimo 90 miglia (145km): a 3000 miglia (4830km) si conquista la Gold Medal, a 5000 (8050km) la Platinum, e ci sono molte classifiche parziali con cui divertirsi. Nel 2020, un po' inaspettatamente, ho conquistato il traguardo più semplice (ne parlerò prossimamente in un post); quest'anno punto alle 5000 miglia. Bastano 34 uscite da 145 km, in fondo, e valgono anche i giri virtuali, quindi anche in caso di lock-down duro ci si potrà lavorare. 
  • Il PHAMR: ovvero Personal Highest Annual Miliage Record, molto più semplicemente la massima distanza annuale percorsa. Dovrebbe essere un piccolo traguardo che vien da sé, con tutto quel che ho messo a bollire in pentola. Al momento il mio best è proprio del 2020, con 17885,8km. Arriverò a 20000?
  • I rulli (ancora...): durante il lock-down dell'anno scorso Zwift è stata un'ancora di salvezza. Salire di livello, completare nuove routes e fare qualche gara potrebbero essere ottimi motivi per continuare a pedalare.
  • I social: di cose da dire ne ho tante, e nel mucchio potrebbe anche essercene qualcuna non troppo stupida. Ho un canale YouTube con parecchi iscritti fermo da quasi due anni, questo blog, Instagram e Facebook. Ecco un obiettivo che vorrei realizzare da subito: buttar giù almeno un post a settimana, anche corto, giusto per raccontare quello che faccio e non dimenticare le poche cose vagamente intelligenti che a volte mi passano per la testa. 
  • La RAI dell'anno prossimo: male che vada mi consolerò pensando che un anno in più di allenamento e di abitudine alle lunghe distanze mi porterà ad essere pronto per la Race Across Italy del 2022... Perché ci sono mille cose che potrebbero andare storte, ma una cosa è certa: io non mi arrendo!
E voi che obiettivi avete per la stagione? Ce l'avete un piano B per questo sciagurato 2021?