domenica 24 marzo 2019

Olio e connettivina - La GF Valtidone

Parliamoci chiaro: l'Appennino piacentino è bellissimo. Vigne, campi, castelli, piccoli borghi da favola. È il posto ideale per una gita fuori porta con una bella macchina scoperta, con cui viaggiare con un filo di gas godendosi il panorama. Però non è il posto giusto per organizzare una granfondo. Le strade sono in condizioni pietose: sabbia, frane, buchi, asfalto che si sgretola. Oggi poi alle strade pessime si è aggiunto il traffico parzialmente aperto quasi da subito, con molti incroci del tutto privi di presidio, per di più senza la macchina del fine corsa, quindi senza poter sapere da quale punto in poi sarebbe stato possibile incontrare auto. Al settimo km per chi non era davanti era già un rischio. 
Per non farsi mancare nulla poi, è arrivato anche il sabotaggio, in versione innovativa questa volta: invece delle classiche puntine qualche criminale ha versato dell'olio all'imbocco di un tornante, sulla prima discesa. Una mossa studiata a tavolino  con tutta la carreggiata occupata, in un punto poco visibile e pericolosissimo.
Quanto alla mia gara, stendiamo un velo pietoso. Le gambe stanno a zero dopo una settimana di influenza intestinale, quindi mi godo il paesaggio senza forzare troppo. Scivolo sulla macchia d'olio, mi grattuggio un po' ma nemmeno troppo, e mi ritrovo ad osservare una scena surreale, con 4 corridori che cadono nel giro di un paio di minuti. Decido di aspettare Silvia e di fare la gara con lei,  ormai decisamente poco motivato. Sistemo la bici, che comunque non è troppo rovinata, e via, faccio gara di coppa con la mia dolce metà che se la cava più che bene nonostante il dislivello. Si fa fregare al traguardo da una concorrente, ma poco male, oggi non riportare fratture è un successo.
Comunque dal momento della caduta fino a quando arriviamo a casa ho un solo pensiero fisso: ma perché non siamo andati a Vercelli alla seconda prova del GT Mediofondo? 10€ invece di 30, a due passi da casa, con due bei ristori  il traffico chiuso sull'unica, facilissima, salita cronometrata. Ok, ragioniamo: a me il mondo della competizione dura piace da morire. Mi piace la sveglia all'alba, mi piace allenarmi con le tabelle, mi piace contare le calorie che mangio, mi piace anche rischiare la vita a 90 all'ora in discesa, mi piace addirittura quando in gruppo qualcuno si mette a pisciare e non riesci a scansarti in tempo. Però sono in un momento della mia vita che dire incasinato è poco, e ho altri pensieri, molto più importanti per la testa, di cui adesso non scrivo, ma di cui sicuramente parlerò più avanti. Sono settimane cruciali, saranno mesi, questi, in cui io e Silvia ridefiniremo il nostro futuro, e non ce la possiamo fare a gestire lo stress di questo tipo di competizioni come facevamo lo scorso anno. Ho bisogno di relax, di staccare un attimo, e settimana prossima lo devo fare per forza. Un po' meno bici e un po' meno tabelle, è ora di pensare alle cose che importano davvero. Intanto mi spalmo la connettivina... 

martedì 12 marzo 2019

Podio di coppia: Mediofondo del Monferrato


Nuovo campionato, nuovo format di gare e gran risultato: alla Mediofondo del Monferrato io e Silvia ce la caviamo più che bene, soprattutto lei, che vince nella categoria Donne 1. Io mi accontento di un terzo posto tra gli S1 (19° assoluto), ma non mi lamento affatto.
La gara di Casale Monferrato è la prima del neonato Gran Trofeo Mediofondo, che si propone di unire agonismo e divertimento, paesaggi e tradizione eno-gastronomica. La formula è semplice e intelligente: una trentina di km dietro macchina ad andatura molto tranquilla, con tutto il tempo di ammirare il paesaggio e scambiare quattro chiacchiere, una salita cronometrata di 5-7 km per stilare le classifiche, ristoro e ritorno in stile randonnèe. Il tutto condito da una buona organizzazione, da un prezzo davvero concorrenziale (10 euro!) e da un'atmosfera tutto sommato easy, perfetta per ciclisti di ogni livello e aspirazione.
Si parte, con le morbide colline del Monferrato a fare da sfondo: Corzano, Vignale, Montemagno e Castagnole sono ascese morbide, tra vigneti e campi, ancora più piacevoli in una giornata quasi primaverile. A Scurzolengo la macchina apripista si allontana, ma non c'è più di tanta bagarre per arrivare nelle prime posizioni all'inizio della salita: il fatto che il tratto competitivo sia cronometrato e non semplicemente "a chi arriva prima" aumenta decisamente il livello di sicurezza.
Non sono esattamente al top della forma: giovedì ho avuto una mezza congestione mentre facevo le ripetute a Calogna, e già percepisco i prodromi dell'influenza. Comunque spingo a tutta fino a San Desiderio, dove ci sono i tappeti che segnalano l'arrivo. Più che di una vera salita si tratta di un mangia e bevi a salire che mi piace molto, con pendenze assolutamente abbordabili, tanto che la mia media finale sul tratto competitivo sarà di 29,7 km/h.

 

Pausa al ristoro predisposto a Calliano, con Spumante d'Asti e Krumiri (non per noi che siamo salutisti...) e ritorno in relax, ancora immersi nelle colline alessandrine, sempre in compagnia di Alessandro, Francesca e dei ragazzi della GC '95 Novara, che organizzeranno la terza tappa del circuito, la Mediofondo del Nebbiolo.
All'arrivo a Casale la bella sorpresa del doppio podio, ancora più bello perché lo dividiamo con gli amici Davide Lorè e Francesca Massara. Premiazioni in grande stile, saluti, baci e ritorno a casa, dove inizio a star male sul serio: il terzo giro di influenza in questo maledetto inverno è arrivato... Va beh, passerà...
Prossimi appuntamenti: domenica gravel con la Novaremberg (se non piove...) e tra due settimane prima Granfondo a Pianello Val Tidone. Intanto, nei prossimi giorni, metterò on-line il video della Mediofondo di Casale. Sempre che il morbo me lo permetta...

lunedì 4 marzo 2019

Pronti via - La 100 km di Varese


Prima gara su strada dell'anno, dopo l'esperienza traumatica del ciclocross, e prima gara a circuito in assoluto, al punto che manco so che il numero va attaccato girato di 90°. Pensavo ci volesse il chip, io.
Il circuito un po' diverso da quelli classici: 100 km invece dei soliti 50-60, 4 giri intorno al Lago di Varese, con arrivo in salita. Si parte in due scaglioni da 200 persone ciascuno: 18-45 anni il primo, oltre i 45 anni con donne annesse il secondo.
Pronti via, non mi schianto in discesa ed è già un miracolo, si gira in senso orario verso Azzate e sto a metà gruppo. L'andatura è già molto veloce e i rischi non mancano tra buchi, macchine parcheggiate e distanze millimetriche tra una bici e l'altra. Al decimo km mi porto più avanti, perchè il centro del gruppo è troppo pericoloso, e da lì in poi navigo tra le prime e la trentesima-quarantesima posizione. I primi due giri vanno via senza grandi problemi a circa 43 di media, e non passa minuto che non mi stupisca del fatto che riesco a reggere il ritmo. Solo due anni fa, prima di iniziare ad allenarmi seriamente, e prima di passare alla Paleo 4 Athlets, non avrei retto per 5 km, a queste velocità. Al 65° km azzardo addirittura una fuga, senza nessuna speranza dato che ci riprendono dopo poco più di un km. Tra il terzo e  il quarto giro l'andatura aumenta, sui 44 abbondanti, e le gambe iniziano a fare un po' male. Nulla di terribile, comunque: arrivo agli ultimi due km ancora in una buona posizione.
A un km dall'attacco della salita finale c'è una macchina in doppia fila, il gruppo stringe a destra e mi ritrovo a fare a ruotate con un paio di persone, rischiando seriamente di volare a 50 all'ora. Perdo una ventina di posizioni, e non prendo benissimo nemmeno l'ultima rotonda. Ormai sono scivolato indietro, e non spingo a tutta nell'ascesa finale: sono già mooooolto soddisfatto di essere arrivato in gruppo e di essere ancora vivo. Chiudo 20° tra gli S1, 76° assoluto, a un paio di minuti scarsi dal primo, praticamente insieme al mio compagno di squadra Marco Fracasso. 43 di media, cose mai viste.
Giudizi sulla gara? Le gambe vanno molto, molto bene: zero problemi nei rilanci, zero problemi sugli strappi, addirittura la sensazione di averne tanto da andare in fuga. Male, ma non malissimo la guida della bici in gruppo: le gare in circuito non sono come le granfondo, qui c'è nervosismo, si sta vicinissimi, ci si tocca di continuo. Rischio, per colpa mia, in almeno tre occasioni. C'è da prenderci la mano ma, ripeto, sono sopravvissuto. Unica nota negativa, la gara della mia dolce metà: nel suo scaglione l'andatura è molto più irregolare, lei parte in fondo al gruppo e non tiene per più di un giro. Peccato, sarà per la prossima.
I numeri della mia gara sono qui sotto, il prossimo appuntamento è per domenica 10 a Casale: Mediofondo del Monferrato, prima prova del neonato Gran Trofeo Mediofondo. Un appuntamento sicuramente molto meno stressante, e un'ottima occasione per ritrovarsi con gli amici. 



domenica 3 marzo 2019

Giant Propel: una bomba in pianura. Prova e recensione.

In collaborazione con Novo Cicli ho potuto provare la Giant Propel in versione Advanced Pro 1, con ruote in carbonio ad alto profilo e gruppo meccanico Ultegra. Ecco il video!