martedì 30 ottobre 2018

Come scegliere la squadra giusta

L'autunno è il momento delle scelte, e trovare la squadra giusta è un passo importante per iniziare bene la nuova stagione. 10 consigli per trovare l'ASD che fa per voi e non rimanere delusi!


martedì 23 ottobre 2018

Itinerari d'Autunno: le Colline Novaresi

Strade poco trafficate, bei paesaggi, relax e magari un po' di sole. Lo stradista ha bisogno di questo, in autunno. Con questo post vi propongo la prima di tre o quattro zone che magari non avete mai bazzicato, ma che sono perfette per la brutta stagione. Le altre le descriverò prossimamente, se no i post diventano troppo lunghi... 
Allora partiamo subito con uno dei luoghi che amo li più: le Colline Novaresi. 


A chi vive dalle mie parti (abito a Sesto Calende, proprio in fondo al Lago Maggiore), viene spontaneo pedalare verso nord, lungo le sponde del grande Lago e alle pendici del Mottarone, ma quando arriva l'autunno ed inizia a fare freddo preferisco andare a sud, sulle colline del medio Novarese.

Tra il Lago e le Vigne

La prima zona che vi consiglio è un quadrilatero ideale tra Oleggio e Momo, a sud, Arona e Borgomanero, a nord.


Si tratta di un territorio tutt'altro che omogeneo: la zona a sud, fino all'altezza di Veruno, è fortemente agricola. Qui prevalgono vigne e campi, i boschi sono pochi, quindi il sole non manca, e spesso le temperature sono più alte che nelle zone circostanti. I campi tra Oleggio e Momo, le vigne sulla strada che collega Mezzomerico a Suno, le brughiere intorno a Vaprio d'Agogna e gli ampi prati di Bogogno e Agrate Conturbia, danno il massimo con la luce calda di questa stagione. I colori dei campi dissodati, le foglie rosse e gialle delle viti e degli alberi sono un piacere per gli occhi, mentre il tipo di percorso, un continuo mangia e bevi senza strappi veramente duri, è quello che ci vuole a fine stagione.



Più a nord le cose cambiano: i boschi tolgono un po' di luce e alcuni tratti si fanno leggermente più impegnativi, anche se siamo sempre soltanto in collina. A collegare Gattico, Arona, Maggiate, Veruno e tanti altri paesini troviamo un dedalo di strade e stradine, tra casolari abbandonati, scorci che ricordano la Toscana, boschi e prati. Da non perdere la SP19 e la SP89, che collegano Gattico, Oleggio Castello e Comignago, tra campi e vecchie cascine. Sono tra le mie strade preferite in assoluto, e se vi piace fermarvi e fare qualche foto gli scatti per Instagram sono assicurati.

Tra il Sesia e l'Agogna 

Potremmo andare nel Vergante, appena più a nord, ma non sono zone che consiglio quando le temperature calano e si vuole staccare un po' la spina: non saliremmo in quota, certo, ma affronteremmo salite dal vago sapore alpino. 


Spostiamoci a Ovest, invece: qui, tra il fiume Sesia e il torrente Agogna troviamo un territorio che è una vera palestra per il ciclismo. Le colline tra Fara Novarese e Barengo, a sud, e tra Grignasco e Maggiora, a nord, sono attraversate da almeno cinque strade, diverse tra loro per paesaggi e difficoltà. Più a nord, volendo, le colline si trasformano in montagne, tra il Passo della Cremosina e quello della Colma, ma nella brutta stagione forse sono più godibili i percorsi della zona meridionale di questo triangolo d'oro del ciclismo novarese. 
Gran parte di questa zona è compresa nella Riserva Naturale delle Baragge: di fatto si tratta di un grande altopiano, che si eleva di qualche decina di metri sulle pianure circostanti. Campi coltivati, torbiere, boschi e un ambiente piuttosto secco che, non sto scherzando, ricorda un po' la savana africana. Se il cielo è terso, all'orizzonte il Monte Rosa svetta immenso, mentre ai lati della strada asfaltata ci sono così tanti sentieri e mulattiere da farci venire voglia di gravel. Le strade che preferisco, qui, sono quelle tra Fara e Barengo, quella che congiunge Piano Rosa e Cavaglio d'Agogna passando per Croce, e la SP32 della Traversagna, che dalla Valsesia porta al bel santuario di Boca.

Il giro ideale


Ho buttato giù un'idea di giro, un'ipotesi perfetta per il weekend, affrontabile in 4-6 ore a seconda del vostro livello, e a questo link Strava trovate la traccia cartografica dettagliata. 
Per comodità ho fissato la partenza a Castelletto sopra Ticino, che è a due passi da casa mia e ha una comoda uscita dell'autostrada, ma ovviamente potrete immettervi sulla traccia in qualunque punto.
Da Castelletto subito uno strappo facile, quello del Dorbiè, sulla strada vecchia che porta a Varallo Pombia passando per Cascinetta, poi un po' di relax sulla SS32, che percorriamo in discesa fino quasi a Oleggio, dove prendiamo per Mezzomerico. Da qui a Suno uno dei tratti più suggestivi, tra vigne e boschi, mentre il tratto successivo, che ci porta ad Agrate Conturbia passando per la località Cordona, è un idillio agricolo tra prati, campi, bovini ed equini che pascolano liberi. Qualche km di trasferimento, passando per Bogogno, Cressa, nuovamente Suno, Cavaglio e Cavaglietto fino a Barengo, confine tra la prima e la seconda zona che vi ho presentato.
Da qui prendiamo a destra per Fara Novarese, e iniziamo ad addentrarci nella Riserva Naturale delle Baragge, che dà il massimo con la luce dell'autunno. Oltre al paesaggio, anche la fauna potrebbe riservarci delle sorprese: volpi, faine, cicogne, poiane, tassi... sono tanti gli avvistamenti possibili. Tre strappi facili e scolliniamo in Valsesia, dove seguiamo la SP299 fino a Ghemme. Non è una strada panoramica, l'asfalto non è bellissimo e rischiamo pure di trovare traffico: potremmo continuare su questa strada fino a Grignasco, ma forse è meglio tornare nella Riserva, seguendo le indicazioni per Cavaglio d'Agogna: si sale, si scende e si torna nella valle dell'Agogna, dove restiamo fino a Fontaneto. Da qui un altro idillio agricolo, la Località Croce, poi ancora una volta tra le Baragge, che attraversiamo per la terza volta: da Cavallirio scendiamo verso Prato Sesia, di nuovo sulla SP299.
A Grignasco inizia l'ascesa più impegnativa della giornata: la Traversagna. Nulla di preoccupante, in ogni caso: 4,5 km al 3,5% di pendenza media, con solo pochi tratti oltre al 6%. Intorno a noi ancora una volte vigne e boschi, e a questo punto è il caso di elencarli, questi vini. Vespolina, Uva Rara e Croatina aggiungono al classico Nebbiolo un tocco diverso in ogni luogo di produzione. Nascono così il Ghemme, il Fara e le tante varianti denominate genericamente Colline Novaresi, senza dimenticare che a pochi km da qui c'è Gattinara, patria del rinomato Bramaterra. Per chi preferisce i sapori dolci, poi, la zona di Suno è la patria dell'Uva Fragola.
Ma abbandoniamo le vigne, e addentriamoci nel borgomanerese. Dopo lo scollinamento incontriamo in Santuario di Boca, che merita una foto, proseguiamo per Maggiora, Borgomanero e Gattico. Siamo quasi alla fine del nostro giro, ma le colline ci regalano ancora dei begli scorci, con il cascinale abbandonato di Muggiano e il nastro d'asfalto che da Oleggio Castello ci porta a Gattico costeggiando il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago. Da qui scendiamo verso Comignago e torniamo a Castelletto lungo via Beati, evitando così il traffico della SS33.


I numeri: poco meno di 120 km e poco più di 1000 metri di dislivello (il generatore di percorsi di Strava esagera sempre un po' in questo...). Un percorso facile e molto vario, senza grandi difficoltà ma con tanti strappi e tante salitelle tutte diverse tra loro, così come sono vari i paesaggi che incontrerete. Oltre a quelle che ho scelto, poi, potete optare per tante altre strade. Fatemi sapere quali scegliete!

giovedì 18 ottobre 2018

SestoRando 2018 - special guest Valentina Tanzi

La randonnèe della mia città, un percorso bellissimo e un'ospite davvero speciale: la Campionessa Italiana di Ultracycling Valentina Tanzi.


lunedì 8 ottobre 2018

GF Tre Valli Varesine, ovvero: chiudere in bruttezza

Granfondo numero 14, ultima di un'annata fantastica, qualificazione per i Campionati del Mondo, sulle strade di casa: ci sarebbero tutte le permesse per chiudere la stagione agonistica in bellezza, ma io ho scelto di chiuderla in bruttezza, con una prestazione così scarsa che è quasi imbarazzante.


A dire la verità non sono le prestazioni che mi interessano, oggi: dopo due settimane al mare, senza neanche toccare la bici, non posso pretendere nulla dalle mie povere gambe, così preferisco godermi le nostre colline e i nostri laghi, oltre agli ultimi km con i tanti amici Rodman prima della pausa invernale. 


Al terzo anno la macchina organizzativa della GF varesina è rodata, ed è un piacere che in una gara che sento un po' mia (abito a 20 km da qui) le cose girino per il verso giusto. Dopo i grossi problemi del 2016,  la Tre Valli amatoriale ha fatto un salto di qualità notevole con l'ingresso nel circuito UCI Granfondo World Series, e con questa terza edizione ha ulteriormente alzato l'asticella. Perfetta la location in centro città, con un bel village, e buona la chiusura del traffico, migliorabile solo negli ultimi km, sulla salita finale. Altra nota positiva, sottolineata da molte persone con cui ho parlato, l'asfalto in ottime condizioni.

Ma veniamo alla mia strabiliante performance...


Il percorso è abbastanza veloce ma quasi senza un metro di pianura, con il lungo da 130 km e 2000m di dislivello. Piccola variante rispetto allo scorso anno il bellissimo ciottolato di Roggiano. La partenza è per categorie e a scaglioni, come sempre nelle gare UCI (il regolamento lo spiego in questo video), e come al solito parto benissimo. Per i primi 5 km sto nelle prime 30 posizioni del gruppo, poi arriva il falsopiano della Valganna ed è come prendere un muro in faccia. Gambe di legno, fiato corto e una sensazione simile a quella di un dopo sbronza di quelli pesanti.  Incredibile come in 15 giorni la forma cali a picco. Sulla salita dell'Alpe Tedesco torno vagamente in me e da lì in poi faccio una gara come tutte le altre, a parte che appena la strada sale sono piantato. Per dire, l'Alpe Tedesco la faccio in 19 minuti abbondanti, quando un paio di mesi fa, in un giro stile gita domenicale, l'ho fatta senza impegnarmi troppo in poco più di 17 minuti. Anche per tutto il resto della gara la situazione non cambia: Ardena, Montegrino, Villaggio Olandese e Brinzio li passo tutti a chiacchiere Gabriele e qualche altro avversario. Visto che le gambe non ci sono, tanto vale socializzare. Non sono affaticato né stanco, è proprio che non ne ho,in più a 15 km dall'arrivo mi cade la catena, perdo l'ottimo gruppo a cui mi ero accodato e chiudo a meno di 30 di media, con malcelata mestizia ma comunque con sorriso, dopo così tante gare, tutte portate a termine. I watt non ci sono, insomma, ma la testardaggine sì!
Ma basta parlare di chi va piano. C'è da fare i complimenti a chi va forte, e i compagni di squadra che si sono qualificati per i Campionati del Mondo Granfondo 2019 di Poznan meritano di essere nominati uno a uno: Andrea Natali (vincitore tra gli M 34/39), Fabio Scaglia, Marco Flamigni, Enrico Barotti, Pietroluigi Prina, Ivan Bersanetti, Alessandro Pacitti, Paolo Marinetti, Mirko Ziggiotti e Federico Fenoglio. A loro spetterà l'onore di difendere la maglia azzurra in terra polacca. 

venerdì 5 ottobre 2018

Tutto quello che c'è da sapere sulle UCI GFWS e sulla GF 3VV

Un video un po' "settoriale" e mirato. Vi spiego come funzionano le Granfondo UCI World Series, come ci si qualifica ai Campionati del Mondo Granfondo e com'è il percorso della GF Tre Valli Varesine.


martedì 2 ottobre 2018

Ciclisti in vacanza: Donoussa

Per una volta non parlo di bici, ma neanche un po'. Visto che anche i granfondisti ogni tanto vanno in ferie, vi racconto tutto quello che c'è da sapere su Donoussa, l'isola greca dove abbiamo trascorso un paio di settimane in totale relax, tra spiagge, gatti e ottimi ristorantini.